Rigopiano, sequestro di beni agli imputati. Il legale delle vittime: «Da oggi un martirio non solo per le famiglie»

Rigopiano, disposto il sequestro dei beni degli imputati
Rigopiano, disposto il sequestro dei beni degli imputati in favore delle parti civili. E' la notizia che filtra dall'udienza preliminare di questa mattina a...

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Rigopiano, disposto il sequestro dei beni degli imputati in favore delle parti civili. E' la notizia che filtra dall'udienza preliminare di questa mattina a Pescara  sulla strage di Rigopiano. Il legale della parti civili commenta: «Da oggi martirio non solo per le famiglie».


Si tratta dell'accoglimento da parte del gip Gianluca Sarandrea della richiesta di sequestro cautelativo avanzata nella scorsa udienza dai legali delle parti civili. Il sequestro dei beni mira a tutelare le parti in caso di condanne al risarcimento. Il provvedimento riguarda tutti gli imputati con eccezione dell'ex prefetto Francesco Provolo e dell'ex direttore del genio civile Carlo Visca perché usufruttuari. Con questo provvedimento si è conclusa l'udienza, alle parti sono stati concessi termini per esaminare gli atti di indagini difensive. Nella prossima udienza, che si svolgerà sempre in cinque aule diverse per garantire il distanziamento a causa del Covid-19, saranno esaminate invece le produzioni di oggi dell'avvocato Cristiana Valentini, difensore di Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, il comune in provincia di Pescara dove si trovava il resort Rigopiano travolto dalla valanga il 18 gennaio 2017.

«Finalmente un provvedimento positivo dopo tanti negativi - commenta il legale di quattro famiglie delle vittime, l'avvocato Romolo Reboa che ha presentato istanza di sequestro - Da oggi e fino alla fine questo processo non sarà soltanto un martirio per le famiglie delle vittime, ma lo sarà anche per gli imputati».


Sotto l'Hotel Rigopiano, travolto da una valanga di proporzioni inimmaginabili il 18 gennaio di tre anni fa, 29 persone persero la vita tra richieste d’aiuto ignorate e allarmi non creduti. A seguire le inchieste, caratterizzate da polemiche, depistaggi, conflitti tra corpi dello Stato e perfino dal recente tentativo di suicidio dell’ex capo della mobile Muriana. E come se non bastasse, anche l’emergenza Covid che ha comportato un duplice il rinvio dell’udienza preliminare: prima dal 27 marzo al 10 luglio, poi al 18 settembre. Oggi il provvedimento  in favore dei parenti delle vittime e di undici sopravvissuti.  
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Il Messaggero