Rievocato a Pescocostanzo il primo aereo con gli sci

Il professor Francesco Sabatini (al centro)
PESCOCOSTANZO - In volo su  Pescocostanzo, con Italo Balvo. La storia inedita dell’Aviazione italiana. E’ a  Pescocostanzo, che nel 1930, fu...

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PESCOCOSTANZO - In volo su  Pescocostanzo, con Italo Balvo. La storia inedita dell’Aviazione italiana. E’ a  Pescocostanzo, che nel 1930, fu sperimentato il primo aereo italiano con gli sci. Lo racconta lo storico, Ugo Del castello, nel suo libro “E Ancora gli Sci, in volo su  Pescocostanzo con Italo Balbo”, insieme al professor, Francesco Sabatini, presidente emerito dell’Accademia della Crusca, che ha curato la prefazione.


In  collaborazione con la Casa dell’Aviatore, Sodalizio fra gli ufficiali dell’Aeronautica Militare. Un testo prezioso, il cui ricavato, sarà devoluto all’Istituto di Ricerca e Medicina di Pozzuoli, della Fondazione Telethon. Ugo Del Castello, ha condotto la ricerca nell’ufficio Storico dell’Aeronautica Militare Italiana. Fornendo alcuni elementi essenziali in suo possesso, ha consentito di far riemergere una cartellina risalente al passato, dove erano catalogati tutti gli elementi raccolti dalla Regia Aeronautica, per aprire nel 1927, quello che appartenne alla categoria dei cosiddetti “campi di fortuna” e successivamente classificato, come campo preaeronautico, dove i piloti della Riserva aeronautica, compivano il loro addestramento.

Sono emersi articoli di giornale dell’epoca, immagini del campo e dell’aereo, e fotografie della cerimonia di intitolazione del campo. Ma a conferire importanza e risonanza al campo di  Pescocostanzo, fu l’avvenimento che si svolse il 2 marzo del 1930, quando il ministro della Regia Aeronautica Italo Balbo, compì insieme ad alcuni ufficiali piloti gli esperimenti del primo aereo con gli sci. Il pomeriggio poi volò da solo e effettuò atterraggi e ripartenze su alcune piccole radure, per dimostrare la valenza di quel tipo di aereo in montagna, sia da un punto di vista militare che turistico.


Nell’estate del 1943 il campo preaeronautico fu intitolato al generale di Brigata, Stefano Cagna, copilota dello stesso Italo Balbo nelle trasvolate oceaniche, che compì anche la missione di soccorso al Polo Nord, per l’incidente accaduto nel 1928 al dirigibile Norge.

Sonia Paglia Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero