Ricatti a Chiodi e Stefania Pezzopane il pm chiede il rinvio a giudizio

Il pm Antonietta Picardi
L'AQUILA - Dalla possibile realizzazione di un film “hard” passavano alle manipolazioni di fotografie come capitò all’ex governatore della Regione Chiodi con tanto di...

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L'AQUILA - Dalla possibile realizzazione di un film “hard” passavano alle manipolazioni di fotografie come capitò all’ex governatore della Regione Chiodi con tanto di “bacio rubato” sulla guancia fuori dal palazzo della Regione a una candidata alle passate elezioni regionali.




Erano abili con l’informatica e avevano architettato un articolato e trasversale piano per estorcere denaro alla senatrice aquilana del Pd, Stefania Pezzopane e all'ex governatore. Una vicenda nella quale gli ideatori delle “bufale”hanno tentato a vario titolo di prendere le distanze, di discolparsi, ma la Procura non facendo “sconti” a nessuno, tira dritto.



FIRMATI GLI ATTI - Infatti il pm titolare dell'inchiesta, Antonietta Picardi, ha firmato ed inviato alla cancelleria del Gup, la richiesta di rinvio a giudizio, ovvero che gli elementi raccolti dall'accusa (le indagini sono state portate avanti dagi agenti della Digos della Questura dell'Aquila) sono sufficienti per mandare a processo i quattro indagati in concorso con l'accusa di estorsione. Si tratta di Gianfranco Marrocchi di 60 anni di Pescara, residente a Lucoli; Giovanni Volpe di 59 anni di Battipaglia; Raimondo Onesta di 40 anni di Roma, residente a Pratola Peligna ed infine Marco Minnucci di 29 anni di Fermo, residente a Porto San Giorgio, assistiti dagli avvocati Angela Maria Marinangeli, Alessandra Spadolini e Paolo D'Amico, tutti del Foro dell'Aquila.



LE ALLUSIONI - Costoro sono accusati di aver tampinato Chiodi e la Pezzopane affermando di avere la disponibilità di foto personali imbarazzanti. A Chiodi avanzarono anche la disponibilità economica per la produzione di un film hard sulla sua scappatella extraconiugale con la consigliera regionale di Parità, Letizia Marinelli. Materiale che poteva essere cestinato o pagendo delle somme oppure (come nel caso della Pezzopane) con l'ottenimento di finanzimenti statali nel sociale. Sempre riguardo alla Pezzopane, l’ascolto delle conversazioni tra Marrocchi e Minnucci ha evidenziato come i due avrebbero avuto l'intenzione di organizzare un incontro con una donna molto avvenente, definita “sexy barista” con Simone Coccia Colaiuta compagno della senatrice del Pd. Ma la senatrice del Pd non ha perso tempo nel denunciare la vicenda e a farsì che gli impostori (che stavano organizzando anche una estorsione ai danni del vice presidente del Cns, Giovanni Legnini per un problema che riguarda una persona a lui vicina) fossero assicurati alla giustizia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero