L'AQUILA - Due commedie hanno aperto lo scorso fine settimana il Festival della Maldicenza 2019. Una scelta non casuale visto che questo genere teatrale mette a nudo,...
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Se l'inaugurazione è avvenuta venerdì sera all'Auditorium del Parco con la commedia Pretatti e Camponeschi, una favola medievale di Franco Villani, interpretata dalla compagnia amatoriale (aggettivo, quest'ultimo, da intendere solo per il profilo economico) con la direzione artistica di Rossana Crisi Villani, un exploit si è registrato il giorno seguente.
Nella struttura realizzata da Renzo Piano è andata in scena "Reésso Quissi! Storia, storie, storielle dejju populu nostru" recitata da rappresentanti delle varie Congreghe che organizzano il Festival. Una compagnia teatrale, quindi, più che amatoriale (in-stabile, è stata definita) ma che per due ore è stata capace di far ridere il folto pubblico che gremiva l'auditorium. Basti pensare che già mezzora prima dell'inizio dello spettacolo non facevano più entrare perché i posti a sedere erano tutti esauriti. Non capita d'altra parte tutti i giorni vedere il sindaco di Tornimparte Giacomo Carnicelli dare una spiegazione, in chiave naturalmente comica, della raccomandazione dietro compenso, che dir si voglia, o l'avvocato Umberto Pilolli che in una scena rappresentava se stesso. L'ilarità contagiosa in sala scaturiva proprio da questo: un cast di tredici persone, che nulla avevano fino all'altra sera con il teatro ma professionisti in altri settori, che si sono messe in gioco sul palco riuscendo, per di più, a strappare risate convinte.
Applausi a scena aperta per Mario Celi per un sommo poeta un po' bevuto e di volta in volta interrotto da Paola Poli, Anna Rita Rotili, Liliana Biondi, Marisa Del Signore, Oreste Cordeschi e Luca Frascaria, ovvero gli altri attori che si alternavano sul palco con le loro storie cucite dalle voci narranti di Maura Sergio e Dino Rocchi con la super visione del regista-attore Mario Narducci. Lo spettacolo è stato animato dalle note musicali del gruppo di Vincenzo Guglielmi e intonate dal baritono Clemente Franciosi.
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Il Messaggero