Con il reddito di cittadinanza, non dichiara 60mila euro vinti al gioco: assolto. «Non è reato»

Con il reddito di cittadinanza, non dichiara 60mila euro vinti al gioco: assolto. «Non è reato»
È riuscito a percepire il reddito di cittadinanza omettendo nella dichiarazione sessantamila euro depositati sul conto gioco. Una somma che ha fatto scattare un controllo...

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È riuscito a percepire il reddito di cittadinanza omettendo nella dichiarazione sessantamila euro depositati sul conto gioco. Una somma che ha fatto scattare un controllo della guardia di finanza con la segnalazione, poi, finita alla procura e approdata a processo, in Tribunale a Teramo, dove però, ieri, il presunto furbetto del reddito di cittadinanza, difeso dall’avvocata Sara Vocale, è stato assolto dai giudici del collegio (presidente Claudia Di Valerio) con la formula perché il fatto non costituisce reato.

I fatti contestati risalgono a marzo del 2019. L’imputato è un teramano col vizio del gioco on line dove, appunto, è riuscito a vincere quasi 60mila euro (la somma contestata è per la precisione di <WC1>59.577 euro). Un importo consistente rimasto però su un cosiddetto “conto gioco”, una sorta di portafoglio elettronico, che l’uomo, all’atto della dichiarazione sostitutiva unica relativa all’anno 2018, non ha dichiarato in alcuna voce del documento come guadagno.

E così, avendo a quel punto tutti i requisiti sia reddituali, sia patrimoniali, si è visto riconoscere l’ormai ex reddito di cittadinanza quando ne ha fatto richiesta. Ma dopo qualche tempo alla sua porta hanno bussato i finanzieri che dai controlli erano arrivati a scoprire la somma rimasta nel limbo della rete e continuata ad utilizzare per il gioco on line. In fase di arringa il difensore ha ribadito, infatti, che l’imputato non era tenuto a dichiarare quei soldi. A chiedere l’assoluzione è stato anche il pm Stefano Giovagnoni al termine della sua requisitoria. Nonostante l’importante somma, i 60mila euro non sono confluiti nel patrimonio mobiliare dell’uomo e a quanto pare quei soldi non erano da considerarsi vincite da dover dichiarare.

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Il Messaggero