Rave party non autorizzato: giovani all'ospedale per alcol e droga

Rave party non autorizzato: giovani all'ospedale per alcol e droga
Ieri sera erano ancora lì a ballare, dopo quasi ventiquattro ore: musica a tutto volume, stomaco sulle casse, alcol e travestimenti. Una notte “da paura”, una...

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Ieri sera erano ancora lì a ballare, dopo quasi ventiquattro ore: musica a tutto volume, stomaco sulle casse, alcol e travestimenti. Una notte “da paura”, una festa da non dimenticare: improvvisata nel capannone della ex Ceramiche Saba di Raiano, a Sulmona, dove nei circa 5mila metri quadrati si sono dati appuntamento centinaia e centinaia di giovani. Un rave party in piena regola, insomma, organizzato tramite WhatsApp e messaggi, e la cui destinazione finale è rimasta segreta fino a poche ore dall’inizio della maratona martedì sera. Oltre cinquecento persone (ma si presume che durante la notte il numero abbia toccato il migliaio), molti minorenni, provenienti da tutta Europa: chi con camper, chi con tende, chi semplicemente in auto, hanno così sfidato divieti e proprietà privata, trasformando per un giorno un resto di archeologia industriale in una discoteca attrezzata. Dentro, infatti, erano state allestite bancarelle per la vendita di birre e vestiti, stand per rifocillarsi e due colonne di amplificazione da far invidia ad un concerto da stadio, attaccate a generatori di corrente portati appositamente.


Il capannone, dove fino a cinque anni fa lavoravano 130 persone e oggi in disuso, era nei fatti vuoto e aperto: la Ceramica Saba è infatti in concordato preventivo e nell’ex stabilimento non è rimasto più nulla, se non qualche pezzo da esposizione e qualche faldone di documenti. Ad accorgersi del rave sono stati solo ieri mattina i carabinieri che hanno presidiato per tutta la giornata i cancelli del capannone, senza entrare (anche per evitare reazioni sproporzionate), ma identificando centinaia di giovani che uscivano alla spicciolata. Per loro potrebbe configurarsi il reato di occupazione abusiva di un immobile, ma molto dipenderà da come vorrà procedere il commissario giudiziario e quello liquidatore dell’azienda. Danni particolari, infatti, non sono stati fatti alla struttura (anche perché completamente vuota) se si esclude qualche murales. Tra i partecipanti c’è anche chi è finito in ospedale per l’uso eccessivo di alcol e droga: fortunatamente nulla di così grave da non potersi risolvere con una lavanda gastrica. Resta l’interrogativo su come e perché gli organizzatori abbiano scelto proprio Raiano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero