Distribuiva radiofarmaci per la cura dei tumori, ma non poteva: finisce a giudizio

Il Tribunale dell'Aquila
Avrebbe distribuito alla Asl dell'Aquila, non potendolo fare radiofarmaci per le indagini di medicina nucleare. E' quanto hanno scoperto i Nas di Parma e poi quelli di...

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Avrebbe distribuito alla Asl dell'Aquila, non potendolo fare radiofarmaci per le indagini di medicina nucleare. E' quanto hanno scoperto i Nas di Parma e poi quelli di Pescara che hanno rimesso un dettagliato rapporto alla Procura dell'Aquila, nella persona del Pm Fabio Picuti. Per questo motivo, sotto processo è finito in imprenditore.


Secondo quanto accertato dal Nas di Pescara, tra il 2017 ed il 2019 la società avrebbe distribuito all'ingrosso alla Asl circa 300 flaconi di Pcolina, radiofarmaco utilizzato appunto nelle indagini di medicina nucleare (come ad esempio per la Pet) per la rilevazione dei tumori avente come principio farmacologicamente attivo fluorometilcolina, in assenza di specifica autorizzazione. Fornitura stando a quanto hanno accertato i militari che sarebbe avvenuta attraverso una gara diretta, tramite procedura negoziata sotto soglia (con determina dirigenziale del gennaio 2017). Radiofarmaco importato/acquistato dalla società parmense da altre due ditte che a quanto pare avrebbero provveduto anche alla consegna alla Asl aquilana.


Secondo la normativa, i radiofarmaci proprio per la loro caratteristica devono essere ricevuti, utilizzati e somministrati solo da personale autorizzato in strutture sanitarie appositamente designate. Il ricevimento, la conservazione, l'utilizzo, il trasferimento e lo smaltimento sono soggetti alle normative delle autorità competenti, le stesse procedure di somministrazione devono essere effettuate in modo da minimizzare il rischio di contaminazione del medicinale e l'esposizione degli operatori alle radiazioni. Ora l'imputato, che avrebbe ricevuto solo successivamente le autorizzazioni ministeriali, dovrà comparire dinanzi al Tribunale, giudice Quirino Cervellini, nel mese di settembre. Sulla presunta mancanza delle autorizzazioni da parte dell'imputato, si è anche pronunciata l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

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Il Messaggero