Preside di Lanciano arrestato per atti sessali con abuso di potere su un alunno di 17 anni, è caccia ora ad altre prove su una gran mole di supporti informatici...
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Il pm di Chieti Marika Ponziani ha posto un quesito semplice: esplorare e analizzare il materiale sequestrato per verificare i materiali presenti negli oggetti sequestrati” A parte i 26 dvd pornografici trovati in casa, in pratica si passa in rassegna file, chat, messaggi ed altro nascosti in otto telefonini, tre computer e una pen drive. Appare evidente che la procura teatina, competente per territorio, cerca anche eventuali altri contatti con minori per blindare l’indagine, portata avanti dalla Squadra Mobile diretta da Miriam D’Anastasio.
I presunti atti sessuali, avvenuti tra il 2017 - 2018, ci sarebbero stati nella scuola di Ortona dove M.R. era preside e la vittima, ora ventenne, suo alunno. Poi c’è l’episodio di un incontro nella casa sanvitese del dirigente scolastico. Accuse che l’indagato ha recisamente smentito, dichiarandosi innocente dinanzi al gip Andrea Di Berardino. Trovare riscontri di altri contatti con minorenni rafforzerebbe il teorema probatorio. I due protagonisti della vicenda si erano contattati sulla chat d’incontri Grindr, ma nessuno dei due sapeva che uno era preside l’altro alunno nella stessa scuola professionale. Il preside era inoltre iscritto ad altre 8 chat d’incontri, tra cui Badoo e me2. Durante la fase inziale dell’inchiesta è già emerso un contatto con un altro minore dell’area chietina, ma mai incontrato. Atti inviati alla procura minorile dell’Aquila per verificare l’ipotesi del reato di prostituzione minorile. Nel frattempo entra nel vivo anche l’indagine difensiva dell’avvocato Troilo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero