Prende a pugni la madre per i soldi della droga: condannato a due anni

Prende a pugni la madre per i soldi della droga: condannato a due anni
Ha denunciato il figlio violento, a Teramo, dopo aver subito anni di insulti e minacce, ma a processo, per amore, non ha voluto costituirsi parte civile. Ai carabinieri, quando...

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Ha denunciato il figlio violento, a Teramo, dopo aver subito anni di insulti e minacce, ma a processo, per amore, non ha voluto costituirsi parte civile. Ai carabinieri, quando disperata li ha chiamati dopo l’ennesimo episodio di maltrattamento, ha raccontato tutto: le richieste di denaro per andare a comprarsi la droga, i momenti di ira in casa, le botte ricevute e l’aiuto che lei incondizionatamente gli ha sempre dato anche per sostenere il nipotino. Così come richiesto anche dal pm d’udienza, è stato condannato dal giudice Sergio Umbriano a 2 anni e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia, assolto, invece, dall’accusa di estorsione continuata, un 40enne teramano.


L’uomo era accusato anche di tentata rapina e lesioni personali aggravate. Alle forze dell’ordine la mamma ha raccontato che da diciotto anni subiva i maltrattamenti del figlio. Oggi lui ha seguito un percorso di disintossicazione e finalmente, forse, riuscirà a riprendere in mano la sua vita. Ma prima ha dovuto affrontare le accuse del processo penale, al quale è arrivato con un decreto di giudizio immediato, in cui si parla anche di costanti minacce di morte fino alle aggressioni fisiche alla madre «per soverchiarne la volontà ed ottenerne la consegna di soldi, così creando un insostenibile clima di terrore ed afflizione», si legge nel capo d’imputazione. Lo scorso dicembre, il 40enne, padre di un bambino, è arrivato anche a prendere a schiaffi e pugni la madre per sottrarle le chiavi dell’automobile dopo essere entrato nell’appartamento della donna, causandole un trauma cranico minore, la contusione dell’emi mandibola destra, la contusione del polso sinistro, avambraccio ed emitorace sinistro, con una prognosi di 10 giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero