Ex postino morto nella caduta lungo la scala mobile pubblica: in quattro rischiano il processo

Ex postino morto nella caduta lungo la scala mobile pubblica: in quattro rischiano il processo
E' formalmente conclusa l'inchiesta per la morte di Smeraldo Cremonese, il 92enne ex postino teatino deceduto in conseguenza delle lesioni riportate dopo una caduta lungo...

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E' formalmente conclusa l'inchiesta per la morte di Smeraldo Cremonese, il 92enne ex postino teatino deceduto in conseguenza delle lesioni riportate dopo una caduta lungo la rampa fissa della scala mobile che collega il terminal di via Gran Sasso e via Asinio Herio a Chieti. Per le sua morte il sostituto procuratore della Repubblica Giancarlo Ciani ha depositato l'avviso di conclusione delle indagini e nello stesso fascicolo è finita anche la vicenda di un 62enne, Vincenzo Iachini che poco prima, cadendo, riportò lesioni guaribili in dieci giorni.

Quattro gli indagati, per i quali si profila la richiesta di rinvio a giudizio, per cooperazione colposa in omicidio colposo per aver cagionato la morte la morte dell'anziano in cooperazione colposa tra loro per negligenza, imprudenza ed imperizia: si tratta di Massimo Marchetti amministratore unico della Teateservizi, società comunale che gestisce l'impianto, difeso dall'avvocato Marco Femminella, del dirigente comunale del settore lavori pubblici Paolo Intorbida difeso dall'avvocato Alessandro De Iuliis, di Lorenzo Di Giovanni, assistito dall'avvocato Mariagrazia Sciubba, che aveva l'incarico di svolgere le funzioni di responsabile di esercizio delle strutture nel terminal di via Gran Sasso, tra cui le scale mobili, due ascensori, due servoscale e un ascensore a servizio del tunnel, e di Dante Pagliari, incaricato con le stesse determine (emanate per Di Giovanni) di svolgere le funzioni di assistente tecnico relativamente al funzionamento delle stesse strutture, difeso dall'avvocato Maria D'Angelo: secondo l'accusa omettevano di disporre qualsivoglia intervento sulle strutture ubicate in via Asinio Herio.

Marchetti, responsabile della gestione e manutenzione ordinaria della scala, e Intorbida, quale dirigente su cui gravava l'obbligo della manutenzione ordinaria e gli altri due indagati nelle rispettive qualità, sempre secondo l'accusa, omettevano di eseguire interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla scala mobile in discesa, rotta da anni. Ciò nonostante tolleravano, recita l'imputazione, l'uso della scala di servizio in discesa da parte degli utenti, scala che non veniva interdetta all'uso. Scala peraltro non idonea progettualmente a un uso continuo da parte degli utenti anche per la presenza di vizi costruttivi come il rapporto alzata pedata, l'assenza di linoleum e la presenza di insidie. 

Proprio usando le scale, il 14 febbraio del 2020 Cremonese, la cui famiglia potrebbe costituirsi parte civile con l'avvocato Cristian Liberato, scivolò mentre le percorreva in discesa riportando lesioni la testa rivelatesi fatali. Pochi istanti prima era caduto Iachini che ebbe un trauma cranico e policontusioni guaribili in dieci giorni. A giugno del 2020 l'intera scala fu sottoposta a sequestro preventivo (l'impianto era già completamente chiuso causa emergenza Covid) in seguito ai risultati di uno studio del consulente del Pm, l'ingegner Pier Luigi Gianforte. Da allora è rimasto chiuso: a questo punto, una volta dissequestrato, non ci saranno più ostacoli all'avvio dei lavori per il suo smantellamento nell'ambito del progetto di rifacimento dell'intero terminal bus parcheggio.

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Il Messaggero