Porta la droga al nipote in carcere: denunciata la zia. Lei: «Volevo aiutare il ragazzo, era sconfortato»

Porta la droga al nipote in carcere: denunciata la zia. Lei: «Volevo aiutare il ragazzo, era sconfortato»
Zia di 53 anni, avezzanese, porta la droga al nipote in carcere: la Polizia penitenziaria però si accorge degli strani movimenti tra i due e rinviene l'hashish addosso...

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Zia di 53 anni, avezzanese, porta la droga al nipote in carcere: la Polizia penitenziaria però si accorge degli strani movimenti tra i due e rinviene l'hashish addosso al giovane già diviso in 10 pacchettini. La giustificazione della donna: «Gli ho portato qualcosa per aiutarlo a superare lo sconforto che sta passando per questo periodo in carcere». Sarebbe questa l'assurda giustificazione fornita alla Polizia penitenziaria da una donna fermata subito dopo aver ceduto della droga al nipote, detenuto presso la Casa circondariale di Viterbo.

La zia, assistita dall'avvocato Maria Del Pretaro, già altre volte aveva fatto visita al nipote ma non era accaduto nulla di strano, questa volta però, durante il colloquio, l'agente aveva notato un movimento strano da parte del detenuto, un ragazzo di origine avezzanese ma residente a Roma, difeso dall'avvocato Luca Presutti, arrestato non molto tempo fa per reati legati alla detenzione di sostanze stupefacenti. Anche il comportamento della donna ha insospettito gli agenti penitenziari, abituati per deformazione professionale a monitorare attentamente le stranezze di chi si presenta in carcere per fare visita a un parente detenuto. A un certo punto la donna avrà anche creduto di averla fatta franca, dal momento che è riuscita a consegnare lo stupefacente al nipote. Ma gli agenti non sono certo degli sprovveduti e in pochi secondi hanno bloccato il detenuto, sottoponendolo a perquisizione. E a quel punto sono saltati fuori alcuni grammi di hashish, gli stessi ricevuti pochi istanti prima

La 53enne è stata interrogata dalla Polizia penitenziaria e avrebbe ammesso di essere stata lei a introdurre droga in carcere abilmente occultata nelle parti intime. Ha anche cercato di giustificare l'episodio sostenendo che «ho portato solo hashish per aiutare mio nipote a superare lo sconforto che sta attraversando stando in carcere». E ora, oltre alla denuncia di zia e nipote , il detenuto sicuramente rischia il trasferimento in una struttura detentiva diversa da quella nella quale ha avvenuto il reato.

I fatti, secondo una prima ricostruzione, risalgono a qualche giorno fa. Nella denuncia della direzione del carcere tra l'altro viene meglio precisato l'episodio che si è verificato tra i due. Durante il colloquio, l'agente della polizia penitenziaria addetto alla video sorveglianza ha notato un movimento sospetto tra i due, come se la donna avesse consegnato qualcosa al detenuto. All'esito del colloquio è scattata la perquisizione, che ha avuto esito positivo, in quanto sulla persona del detenuto, in una tasca della tuta, sono stati rinvenuti 100 grammi di hashish partizionati in dieci bustine di cellophane. A questo punto anche la donna è stata fermata e condotta negli uffici della polizia penitenziaria per i controlli e per la redazione dei verbali di perquisizione. I verbali sono stati inviati al magistrato inquirente che ha indagato la zia per spaccio di sostanze stupefacenti e il nipote, che ha ricevuto la sostanza stupefacente, per illecita detenzione.

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Il Messaggero