Porta del Bataclan, albergatore abruzzese a giudizio a Parigi

La porta del Bataclan
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TERAMO - Armati di smerigliatrici e incappucciati avevano trafugato, la notte tra il 25 e il 26 gennaio del 2019, La ragazza in lutto da una delle porte d'emergenza del Bataclan di Parigi: un'opera d'arte dall'enorme valore dipinta dallo street artist Banksy e ritrovata il 10 giugno dell'anno successivo in un casolare a Sant'Omero.

Un colpo ripreso da una telecamera di sorveglianza del locale in cui si vedeva la banda fuggire con un furgone dopo aver caricato l'opera creata in memoria delle 90 vittime dell'attentato terroristico nel teatro parigino del 2015. Terminate le indagini degli inquirenti francesi, in sette, adesso, andranno a processo di fronte ai giudici di un tribunale collegiale parigino, accusati di quello che nell'ordinamento penale d'oltralpe rientra tra i delitti, ossia la ricettazione aggravata, dopo che inizialmente si indagava per banda armata.


Tra loro c'è anche l'albergatore 57enne di Tortoreto proprietario del casolare di Sant'Omero, nato in Francia ma cresciuto in Italia (difeso dall'avvocato Luca Di Edoardo, ndr), oltre a sei magrebini tutti residenti in Francia.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe stati questi ultimi ad aver materialmente prelevato l'opera di Banksy e ad averla poi trasportata in Italia fino a Sant'Omero. Sull'inchiesta, che è stata trasferita per competenza territoriale a Parigi, vige ancora molta riservatezza. Ma a quanto pare non sarebbero emersi elementi tali da far ritenere il casolare un covo dei ricettatori, quanto piuttosto un posto sicuro e quasi insospettabile dove poterla lasciare in attesa, forse, della vendita.

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Il Messaggero