Pescara, pistola in casa del papà del portiere Fiorillo

Pescara, pistola in casa del papà del portiere Fiorillo
«È stato un fulmine a ciel sereno anche per me». Vincenzo Fiorillo, portiere del Pescara calcio, ha comprensibilmente poca voglia di parlare e si limita a...

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«È stato un fulmine a ciel sereno anche per me». Vincenzo Fiorillo, portiere del Pescara calcio, ha comprensibilmente poca voglia di parlare e si limita a questa frase per commentare la vicenda che ha coinvolto suo padre Silvio, arrestato con altre due persone sabato scorso perché trovati in possesso di pistole in auto sulle alture di Genova. La preparazione di un agguato è una delle ipotesi al vaglio dei carabinieri, coordinati dal pm Federico Manotti. L’ipotesi arriva da una serie di elementi: il primo riguarda i precedenti di uno dei tre arrestati. Massimo Lombardi, salernitano di 56 anni, che ha un precedente per omicidio commesso nel 1983 e per il quale era stato condannato dal tribunale di Salerno a 24 anni. Lombardi, il giorno dell’arresto, stava dormendo in macchina con Sebastiano Colosimo, 59 anni, già condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti dal tribunale di Milano. Con loro c’era in auto una terza persona, un genovese già ricercato, riuscito a scappare. I tre sarebbero collegati a una quarta persona, arrestata sempre sabato nella sua casa di Oregina perché trovato in possesso anche lui di una pistola, proprio Silvio Fiorillo, il padre dell’attuale portiere del Pescara. Gli altri elementi riguardano una serie di biglietti trovati nel borsone di uno degli arrestati con numeri di telefono e nomi di strade adesso al vaglio degli inquirenti.
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Il Messaggero