Lo tsunami sulla Carichieti uno su quattro in esubero

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CHIETI - Non solo non c’è regalo per il primo anno di commissariamento ma è quasi sicuro che su Carichieti (intesa come Colonnetta) e le sue filiali (intese come circa 60...

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CHIETI - Non solo non c’è regalo per il primo anno di commissariamento ma è quasi sicuro che su Carichieti (intesa come Colonnetta) e le sue filiali (intese come circa 60 sportelli sul territorio) stia per abbattersi uno tsunami, nella forma e nei contenuti. Sarà un autunno caldissimo quello dell’istituto di credito che proprio in questi giorni lo scorso anno riceveva la visita di Riccardo Sora, commissario di Banca d’Italia poi avvicendato da Salvatore Immordino, a sua volta affiancato in corsa da Francesco Bochicchio.


Tsunami perchè i commissari dopo aver letteralmente smontato e rimontato i piani alti e l’organizzazione; dopo aver chiuso conti e dossier da consegnare all’advisor Prometeia con una stima del patrimonio da ricapitalizzare che si aggira tra i 100 e 150 milioni; dopo tutto questo, si diceva, hanno inquadrato la relazione tra mole di lavoro e personale in chiave di riorganizzazione e ristrutturazione. E proprio in questi giorni sono trapelati i contorni dell’analisi oggettivamente pesantissima: i commissari hanno stimato che ci sono circa 140 unità su 600 totali in esubero tra direzione e filiali ma il numero potrebbe essere destinato a lievitare fino a 180/190 in relazione ad alcuni fattori interni.



Non è tutto: per un istituto che fino allo scorso anno, proprio prima del blocco imposto da via Nazionale, stava discutendo di premi di produzione, si profila l’abolizione del contratto integrativo e l’accensione dei contratti di solidarietà «spingendo» verso il part time tutte le posizioni che possono essere alleggerite. In buona sostanza, una cura di cavallo che stronca un’estate insolitamente tranquilla nella quale tra le mille voci, il filo conduttore era improntato a una situazione generale dei conti non gravissima ma questo sin dall’avvento di Sora era stato detto a chiare lettere: la banca era ed è fondamentalmente solida ma doveva continuare a fare i compiti ovvero ripulitura dei crediti deteriorati e riorganizzazione dei servizi per evitare di ricadere nelle debolezze che l’avevano costretta al commissariamento. Tutto fatto fin qui ma per i commissari - e gli ispettori lo avevano sempre scritto nei verbali, sin dal 2012 - la banca ha assunto troppa gente, vivendo sopra le sue forze e zavorrando la sua redditività. I 140 esuberi sono il conto da pagare: uno su quattro se va bene, uno su tre nella peggiore delle ipotesi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero