Donna vende in strada Iphone a prezzi stracciati, cliente chiama la Polizia: erano clonati

Donna vende in strada Iphone a prezzi stracciati, cliente chiama la Polizia: erano clonati
In effetti ci sono affari che si possono facilmente rifiutare perché l’odore neanche tanto sottile della fregatura si percepisce lontano un miglio. Ma il dubbio a...

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In effetti ci sono affari che si possono facilmente rifiutare perché l’odore neanche tanto sottile della fregatura si percepisce lontano un miglio. Ma il dubbio a volte viene, soprattutto se un venditore apparentemente improponibile ti mette sotto gli occhi una confezione perfetta con il prodotto perfetto. Lo smartphone dei desideri, anche se non in ultimissima edizione a un prezzo che, là per là, si fa tenere in considerazione. Nel pomeriggio di venerdì, lungo corso Vittorio Emanuele, a Pescara, una trentaduenne romena, si è prodotta nella vendita on the road di Iphone a buon prezzo: non aveva una grande scelta, in verità, due esemplari dello stesso modello, ma si trattava di 14 Pro Max 256 giga che potevano richiedere un minimo di attenzione, soprattutto se offerti a ottocento euro, persino trattabili e con la possibilità di avere anche le air pods di nuova generazione.

Un ragazzo, a cui la donna si era avvicinata, aveva anche iniziato a tirare un po’ sul prezzo e la signora, pur di piazzare la merce, si era dimostrata disposta anche a fare un congruo sconto. A conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che qualcosa non tornava. Per questa ragione il giovane, incrociata una pattuglia della volante che passava per i controlli predisposti dal questore Luigi Liguori, ha bloccato gli agenti e ha raccontato rapidamente l’offerta ricevuta per strada. I poliziotti, coordinati dal dirigente Pierpaolo Varrasso, hanno rintracciato e bloccato la donna. Procedendo all’identificazione e consultando la banca dati sono risultati numerosi precedenti di polizia che hanno consigliato un ulteriore approfondimento. Così sono venuti fuori sia i telefonini che le cuffiette wireless, perfetti nelle loro confezioni bianche con il logo della mela e accuratamente incellofanate.

Apparentemente autentici ma poi, da bravi investigatori, i poliziotti hanno controllato le impronte digitali che per quei cellulari sono i numeri identificativi Imei e seriali. Non ce ne sono due uguali e quelli sulle scatole, sfortunatamente (per chi vendeva) lo erano. Gli IPhone che avevano ipotizzato come rubati erano, in realtà, contraffatti. Ma assemblati talmente bene anche nei particolari da poter trarre tranquillamente in inganno qualsiasi acquirente. Per questo sono stati sequestrati e la trentaduenne romena è stata denunciata per introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e tentata truffa. 

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Il Messaggero