PESCARA - «Mia moglie è viva grazie ai medici dell’ospedale di Pescara ai quali va il mio ringraziamento». Per tre settimane ha tenuto tutto dentro di sè. Ieri lo...
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La storia. Nel primo pomeriggio Vanzina va con la moglie al mare. Improvvisamente lei accusa un dolore alla bocca dello stomaco. Pensa a una congestione per una bevanda fredda, ma la cosa peggiora. «Lei si lamenta, si contorce - ha raccontato lo sceneggiatore -. Torniamo in albergo e chiamo un medico attraverso il mio amico sindaco, Marco Alessandrini. Il medico arriva. Pensa anche lui ad una banale colica estiva. Le fa una puntura. Niente. I dolori proseguono. Diventano lancinanti. Mia moglie inizia anche a vomitare. Lei è tedesca e non si lamenta mai. Ma adesso mi scongiura di fare qualcosa perché si sente morire...». Portata in ambulanza all’ospedale, le verrà diagnosticata una occlusione intestinale: «Se non la opero entro mezz’ora sua moglie rischia grosso» ha detto il primario a Vanzina.
Il finale è ancora nelle parole del cineasta: «E così entra in sala operatoria. Le viene tagliato un pezzo di intestino già in necrosi. Ma il resto fila liscio. Sono bravi a Pescara. Le salvano la vita. E quindi un grazie al dottor Massimo Basti che l’ha operata e al suo assistente Edoardo Liberatore. Due professionisti italiani seri e capaci. E grazie al personale dell’ospedale civile, tutti molto gentili e umani. E un grazie anche alle mie amiche Laura Giadresco e Anna Lena Menazzi Moretti per l’affetto». Il sindaco Alessandrini ha seguito la drammatica vicenda in diretta (e con lui Licio Di Biase) e ieri si è sentito sollevato leggendo quel racconto a lieto fine. Forse ringrazierà anche lui, prima o poi, quei validi medici pescaresi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero