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Quattro persone di Acerra, in provincia di Napoli, sono state denunciate dalle Guardie civili ambientali di Pescara per bracconaggio notturno della fauna ittica. I quattro sono stati sorpresi lungo la banchina del porto canale, sul lungofiume Paolucci all'altezza di via Puccini, mentre pescavano anguille, specie a rischio estinzione che risulta protetta dalla tabella del Cites.
I fatti risalgono al 14 maggio scorso, intorno alla mezzanotte, quando la squadra antibracconaggio delle guardie ambientali, nel corso di una delle perlustrazioni disposte dalle Regione, ha notato alcune persone, nei pressi del fiume, davanti ad un'auto con il cofano aperto. Immediatamente è scattato il controllo, nel corso del quale sono state rinvenute dieci anguille ancora vive e alcune canne da pesca, particolarmente lunghe, con dei grappoli di vermi inseriti alle estremità delle corde. Più nello specifico si tratta di attrezzature composte da ombrello e maciacca, severamente vietate dalla legge, proprio perché utilizzate per la cattura professionale delle anguille.
Le guardie ambientali hanno trovato anche un coltello da cucina lungo 23 centimetri e una grossa roncola lunga oltre un metro. I pescatori di frodo sono stati identificati, denunciati e segnalati all'autorità giudiziaria. I loro nominativi sono stati inviati anche ai carabinieri del Cites per valutare l'adozione di altri provvedimenti. Contestualmente sono state confiscate le attrezzature da pesca. Inoltre è stato richiesto l'intervento della squadra volante, allo scopo di compiere ulteriori approfondimenti, dai quali è emerso che tre dei quattro soggetti identificati hanno precedenti per reati contro il patrimonio. Le anguille, subito rimesse in mare dalle guardie ambientali, erano destinate al mercato nero, dove sarebbero finite senza alcun controllo sanitario, mettendo a repentaglio la salute degli ignari inquirenti.
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