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Magro, solo, incatenato e in gabbia. Ecco le condizioni in cui era tenuto, o meglio detenuto, il pitbull che ha seminato il panico per le vie del centro di Montesilvano, in provincia di Pescara, sbranando cani e gatti e ferendo due donne. Dopo essere fuggito dalla sua prigione per ben due volte in quattro giorni, una gabbia ricavata in un vicoletto nei pressi della stazione ferroviaria, ha scatenato il suo istinto probabilmente per fame. Un uomo che si trovava in via Roma alle 12 circa di giovedì mattina, avrebbe visto il molosso letteralmente mangiare una gattina, poco prima uccisa.
Questa è la testimonianza riportata a Simona D’Amato, una delle donne che si prendeva cura di Cippetta, la malcapitata siamesina divorata dal pitbull: «Mi ha detto che il cane teneva la gattina in bocca e la sbranava. Ho cercato dappertutto nella zona, ma del corpicino di Cippetta non ho trovato traccia». Le foto del pitbull risalgono allo scorso anno e sono circolate in modo virale già mesi prima delle prime aggressioni. Altri elementi che avrebbero dovuto allarmare le autorità responsabili dell’intervento sanitario e amministrativo.
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