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Sacrifici, tanti, passione, enorme per il nuoto di un bambino di 11 anni con un sogno: diventare fortissimo. La sua disciplina preferita è il nuoto, non il calcio. «Ho provato - dirà lui - ma ero proprio scarso». E neanche la pallavolo, il basket o ll tennis. E' il nuoto, una disciplina per antonomasia durissima, ripetitiva, ore edore a girare da solo su è giù in una vasca all'aperto, lunga 50 metri o in quella indoor, 25 metri. Eppure Matteo Di Toro, appena 11 anni, prima media alla Virgilio di Pescara non è felice, di più. Pranzo a mezzogiorno, scuola fino alle 14 e poi di corsa a Cepagatti accompagnato dal papà Andrea, proprietario di un negozio di abbigliamento, dall'allenatore dell'omonimo centro nuoto Francesco Pernici, che coccola questo piccolo gioiello. E sì perché Matteo ha tutto del fuoriclasse. La sua specialità è il dorso, ma eccelle anche nello stile libero; a livello italiano in classifica è primo nei 50 dorso, terzo nei 100, secondo nei 200 e si confronta con avversari di un anno più grandi.
Ma la passione come è nata? A rispondere papà Andrea. «Matteo aveva iniziato a 6 anni con la pallanuoto, poi è passato al nuoto dietro consiglio di Francesco Mammarella (grande giocatore ai tempi della mitica Sisley). “È sprecato per la pallanuoto mi disse - continua il padre - nuota troppo bene”. E così si è dedicato a questo sport». Fortissimo nella sua fascia d'età e non solo. A quando i campionati italiani?: «Non prima dei 14 anni è troppo piccolo e non esistono deroghe al riguardo nel nostro paese» risponde papà Andrea. A chi si ispira Matteo? Neanche a dirlo a Thomas Ceccon, palmares sterminato il suo tra mondiali ed europei, argento alle Olimpiadi Tokyo 2020.
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