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«Vorrei vedere mio marito che sta morendo. Vorrei vederlo per l’ultima volta. Così lo abbraccerò almeno virtualmente, prima di deporre i fiori sulla sua lapide». E uno dei tanti sfoghi, l’ultimo in ordine temporale, raccolti da medici e infermieri del reparto di rianimazione del Covid Hospital di Pescara, dove è consentito l’accesso solo al personale sanitario.
«Siamo noi che facciamo le video chiamate con i familiari dei pazienti e - spiega Antonella Frattari, rianimatrice in servizio nelle terapie intensive Covid - li informiamo costantemente sul loro stato di salute. Ci sono storie a lieto fine e storie tristi, ma noi cerchiamo di curare anche lo stato d’animo di quanti si trovano qui ricoverati».
Tanti i ricordi del personale anche durante questa seconda ondata e qualcuno fa ancora scendere le lacrime sul volto. «Mi ricordo la telefonata della figlia di un paziente che era morto da poco - racconta Lidia Mazzone, infermiera della rianimazione Covid - e l’unica cosa che voleva sapere era il padre avesse sofferto. La mia rassicurazione le ha riportato un po’ di serenità».
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