Pescara, lasciarsi con leggerezza: un locale per festeggiare il divorzio

Pescara, lasciarsi con leggerezza: un locale per festeggiare il divorzio
«Vieni da noi a festeggiare il tuo divorzio». La pubblicità del ristorante di Pescara suona insolita in una città in cui la separazione per molti...

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«Vieni da noi a festeggiare il tuo divorzio». La pubblicità del ristorante di Pescara suona insolita in una città in cui la separazione per molti è ancora un tabù. Del resto, neanche in Italia si è mai realmente diffusa la tendenza inaugurata dalla scrittrice irlandese Christine Gallagher che nel 2006 scrisse un manuale sull'organizzazione del party per il ritorno alla vita da single.

I fratelli Alessandro, Andrea e Alessio Occhiocupo, da quattro mesi titolari dell'Osea yachting club, invece rilanciano: «La fine di un'unione non deve essere necessariamente vissuta con negatività - afferma Andrea - dietro una separazione c'è spesso un lungo periodo di sofferenza, di convivenza forzata, di rinunce. Il divorzio pone fine a tutto questo e deve rappresentare un momento di liberazione. In tempi moderni è stato anche scardinato lo stigma sociale che relegava i separati a persone diverse da una normalità basata sul nucleo familiare. Perché allora non divertirsi e condividere questo momento di gioia insieme alle persone care? I parenti, gli amici, gli stessi che hanno sofferto insieme a chi ha vissuto il dramma di un rapporto in irreparabile crisi».

Comunque sia andata festeggia recita lo spot di Osea, diffuso su siti internet e canali social, suscitando le reazioni di chi plaude all'iniziativa e di follower contrariati: «Qualche commento negativo c'è stato - ammette Occhiocupo - ma sui social non c'è mai un consenso unanime. La maggior parte delle persone ha comunque apprezzato la novità e si è complimentata. La festa di divorzio è un tassello della filosofia del nostro locale che abbiamo chiamato emotional restaurant perché vogliamo emozionare i clienti. Tornare ad appropriarsi di una libertà a lungo desiderata è un'emozione forte che va resa indimenticabile».

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Il Messaggero