I due Franco Calanca uniti da uno scherzo del destino: storie di burocrazia a lieto fine

I due Franco Calanca uniti da uno scherzo del destino
“Separati alla nascita”, riuniti dalla burocrazia. E’ la storia dei due Franco Calanca in circolazione, uno pescarese e l’altro modenese. Nati entrambi il...

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“Separati alla nascita”, riuniti dalla burocrazia. E’ la storia dei due Franco Calanca in circolazione, uno pescarese e l’altro modenese. Nati entrambi il 17 gennaio 1951 e con significative analogie. Un po’ di anni fa il Calanca nostrano, di Pescara, speranzoso di ricevere buone notizie circa la data del pensionamento dopo tanto lavoro profuso in uno studio notarile della città, uscì da quell’ufficio, invece, con tante perplessità e preoccupazioni. Mancavano all’appello, nel computo dei versamenti, ben dodici anni di contribuzione. Ma, soprattutto, un’affermazione dell’addetto lo lasciò di stucco: “Signor Calanca, lei percepisce già una pensione dall’Inps di Modena, ne vuole per caso un’altra da noi?» sogghignò l’impiegato. Il panico durò pochi minuti, giusto il tempo di effettuare alcuni controlli incrociati e constatare che a circa quattrocento chilometri di distanza c’era un altro Franco Calanca, nato anch’egli il 17 gennaio 1951. Lo stupore fu enorme, anche da parte del personale del patronato.

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Ma il Franco dannunziano si chiedeva: se l’omonimo fosse un poco di buono? La risposta arrivò tre mesi più tardi da Finale Emilia: una lettera con la quale il Franco del Nord fugava i dubbi e le incertezze con parole tranquillizzanti. I due Calanca si incontrarono quindi a Pescara dove non mancarono sorprese e colpi di scena. Emerse così una serie di analogie nello stile di vita, nelle ascendenze e soprattutto nei gusti personali. Franco di Finale Emilia ha un figlio di nome Yuri, mentre quello pescarese ha chiamato Yuri il suo cane. La moglie del primo era afflitta da problemi di deambulazione, mentre la moglie del secondo, scomparsa, ha vissuto la sua disabilità su una carrozzina. Entrambi avevano conseguito la patente di guida nello stesso mese e anno; i loro padri erano elettromeccanici di professione, ma non si sono mai incontrati nonostante il padre dell’abruzzese rifornisse di alcune parti elettriche la Maserati a Modena dove spesso andava per consegne. E ancora: entrambi appassionati di pesca sportiva, ma anche di tiro a segno con carabina, possedevano la stessa arma e uguale calibro. Non è finita qui: erano titolari di polizze delle stesse compagnie finanziarie e assicurative. Straordinarie similitudini per due perfetti sconosciuti che, negli anni, produssero diversi intoppi burocratici, come quando dovettero vendere la carabina: furono costretti a verbalizzare una dichiarazione di omonimia, con la conseguenza di un accertamento incrociato tra carabinieri e polizia.

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Il Messaggero