Operazione Buildgate della Finanza a Pescara: sequestro milionario sull'asse Italia-Croazia, coinvolti imprenditori pescaresi e prestanome

Il colonnello Caputo, comandante provinciale della Guardia di Finanza a Pescara (Foto Max Schiazza)
PESCARA Un impero finanziario in rovina e un vagone pieno zeppo di soldi di origine illecita che arriva sino a Spàlato, nei Balcani, e lì si ferma. Il blitz...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PESCARA Un impero finanziario in rovina e un vagone pieno zeppo di soldi di origine illecita che arriva sino a Spàlato, nei Balcani, e lì si ferma. Il blitz antiriciclaggio e il sequestro all’estero di 1,5 milioni di euro troncano il traffico di denaro messo in piedi tra l’Italia e la Croazia da una rete di imprenditori e prestanome pescaresi come estremo tentativo di sottrarre alla giustizia sino all’ultimo centesimo di un patrimonio di ricavi non dichiarati di mezzo miliardo di euro.

A segnare l’epilogo di questa lunga storia di frodi fiscali nel settore edilizio è “Buildgate”, l’operazione di legalità senza frontiere della Guardia di Finanza di Pescara che frena la fuga di capitali in terra croata su coordinamento della locale Procura della Repubblica e con la collaborazione, per il tramite di Eurojust, l'Agenzia Ue per la cooperazione giudiziaria penale, degli organi croati collaterali che hanno congelato il denaro di provenienza delittuosa.

Coinvolto un pool di impresari e teste di legno che, secondo la Finanza, avrebbe architettato in un giro d’affari clandestino finalizzato a riciclare all’estero proventi illeciti, derivanti da reati di natura fiscale e che,  già dal 2015, ha creato una voragine di 100 milioni di euro di imposte evase. Nel 2019, come misura di prevenzione patrimoniale, sono stati requisiti beni, ville e denaro per un valore di oltre 16 milioni di euro.

In questo caso, per sfuggire all’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate viene addirittura organizzato un flusso oltre confine delle provviste delle truffe tributarie.

La fuga dei capitali comincia all’indomani della nascita in Croazia di due imprese “fantasma”, esistenti solo sulla carta ma necessarie per aprire conti correnti di comodo dove versare e depositare il denaro sporco con società croate compiacenti.

“Il riciclaggio internazionale è un fenomeno subdolo, molto pericoloso per la nostra economia che, proprio attraverso comportamenti di questo tipo, dalla rilevanza penal-tributaria, viene depauperata, perché si sottraggono risorse formatesi nel nostro Paese - afferma il colonnello Antonio Caputo, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pescara -. In questo caso però, il network della cooperazione internazionale ha consentito di imbrigliare un disegno criminoso di evasione fiscale che, ai suoi sgoccioli, ha assunto matrice transnazionale proprio per sfuggire alle maglie dei controlli".

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero