Pescara, fallisce il bar Berardo: era il bar simbolo della dolce vita. Lo ha sconfitto la movida

Pescara, fallisce il bar Berardo: era il bar simbolo della dolce vita. Lo ha sconfitto la movida
Le vetrine sono buie da tempo, i gazebo esterni spariti, così come gran parte delle attrezzature, lasciando vuoto e disordine in quello che ai tempi d'oro era il...

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Le vetrine sono buie da tempo, i gazebo esterni spariti, così come gran parte delle attrezzature, lasciando vuoto e disordine in quello che ai tempi d'oro era il corridoio obbligato degli aperitivi e del gelato, il tratto finale di corso Umberto che fa da cerniera tra le piazze Salotto e Primo maggio a Pescara. E ora, dopo anni incerti caratterizzati da più di un tentativo di rilancio, per la storica insegna Berardo arriva anche la sentenza di fallimento. Un game over dichiarato dal tribunale di Pescara a firma del giudice Elio Bongrazio: parte ora la conta dei debiti per la definizione esatta del passivo aziendale.

I creditori della Berardo srl, ultima società ad aver gestito il bar più famoso di Pescara, hanno tempo fino all'udienza del 5 luglio prossimo per avanzare le loro pretese economiche e le eventuali rivendicazioni di beni mobili. Soltanto dopo prenderà forma definitiva un passivo che comunque difficilmente potrà essere soddisfatto dal capitale sociale dichiarato, di appena diecimila euro. Nel frattempo la società fallita dovrà depositare i libri in tribunale e il curatore, il commercialista pescarese Sergio Salvatori, avrà il compito di apporre i sigilli ai locali di corso Umberto, procedendo al sequestro di tutti i beni mobili riconducibili alla società.

A parità di insegna commerciale, la vita di Berardo è stata piuttosto movimentata negli ultimi anni, quelli che coincidono con il lento declino dello storico locale e con il profondo mutamento di luoghi e stili del tempo libero pescarese. La Berardo srl risulta intestata per intero, a partire dal 2017, all'imprenditore molisano Giovanni Primo Barone. Le precedenti gestioni, riconducibili agli operatori locali della ristorazione Adamo Di Michele e, prima, Giuseppe Fiorilli, non hanno avuto sorte migliore essendo passate nelle varie stagioni per concordati e gestioni provvisorie autorizzate dal tribunale. Vicende che hanno comunque riguardato l'attività commerciale e non la proprietà dell'immobile al piano terra dello storico hotel Esplanade, da sempre distinta.


Un epilogo che, questioni legali a parte, segna un punto di svolta nel costume cittadino. Il Bar Berardo, fondato da Giuseppe Fiorilli nel 1970 insieme al fratello Franco e allo scomparso Attilio Becchi, ex giocatore del Pescara calcio, ha rappresentato un vero locale mito, eternamente contrapposto ai dirimpettai Cacique e Camplone, riunitisi negli anni '90 sotto quest'ultima insegna, in una competizione senza fine al gelato più buono o all'aperitivo più glam. Rigidamente divise in partiti militanti le due clientele, con Berardo maggiormente nel cuore del forestieri e i competitor più attrattivi per i frequentatori locali. È andata avanti fin quando le rotte del divertimento non hanno cambiato orari, privilegiando la movida notturna, e soprattutto indirizzi, con Pescara vecchia e il distretto via Battisti-piazza Muzii a contendersi nuovi primati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero