Pescara, scavalca il muro del carcere e scappa: ricercato 21enne accusato di rapina a Roma

Scavalca il muro del carcere e scappa: ricercato 21enne accusato di rapina a Roma
Ha scavalcato la recizione esterna ed è fuggito, oltrepassando senza problemi prima il muro del "passeggio", poi quello di cinta. Non è il primo e non...

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Ha scavalcato la recizione esterna ed è fuggito, oltrepassando senza problemi prima il muro del "passeggio", poi quello di cinta. Non è il primo e non sarà l’ultimo se non si metterà mano seriamente alle dotazioni di sicurezza e agli organici del carcere di Pescara. È ricercato dalle 14 di ieri da polizia, carabinieri e polizia penitenziaria un egiziano di 21 anni, Boukhalil Salah, detenuto a San Donato in attesa di giudizio per una rapina commessa il mese scorso a Roma, in zona stazione Termini, insieme ad altri complici stranieri. Secondo la foto segnaletica indossa una maglietta blu a strisce e un cappello con visiera, un abbigliamento tuttosommato usuale in piena estate. Immediate le ricerche e la diffusione delle foto del fuggiasco diramate alla polizia ferroviaria e in tutti gli scali degli autobus. 

Evasione dal carcere di Capanne a Perugia

Controlli particolarmente serrati lungo la spiaggia, dove l’evaso almeno nelle prime ore potrebbe aver provato a mimetizzarsi tra la folla dei bagnanti; la squadra mobile ha anche fatto alzare in volo un elicottero.
L’ipotesi investigativa più solida, a ogni modo, resta quella della fuga verso Roma, dove l’egiziano, privo di agganci sul territorio, potrebbe tentare di riconnettersi al suo ambiente di piccola criminalità metropolitana cercando protezione. A carico di Salah risultano precedenti per reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale: è il curriculum di un pesce piccolo della mala romana, di non particolare pericolosità a giudizio degli investigatori. Questa mattina le ricerche erano ancora in corso, si stanno contrallando tra il via vai della stazione ferroviaria di Pescara e tra i passeggeri degli autobus che partono per la Capitale. 

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Il problema resta comunque l’estrema permeabilità del carcere pescarese, nonostante i correttivi al dispositivo di sicurezza messi a punto con la regia della prefettura dopo l’evasione fotocopia avvenuta il 10 agosto dell’anno scorso, sempre in piena stagione estiva quando l’incidenza delle ferie del personale rende più evidenti i limiti dell’organico della polizia penitenziaria, come tornano a denunciare i sindacati Osapp e Sappe della polizia penitenziaria. Muro di conta troppo basso (tre metri e mezzo di altezza), recinzione esterna non irresistibile, anche per i parenti dei detenuti che con frequenti lanci di involucri riforniscono i loro congiunti di droga, indumenti e altri generi di necessità. Secondo la prima ricostruzione dell’accaduto fornita dalla struttura alla squadra mobile che coordina le ricerche dell’evaso, l’egiziano avrebbe sfruttato il vantaggio di essere stato il primo a uscire nel cortile per l’ora d’aria, evidentemente con la chiara intenzione di tentare la fuga. Con uno scatto atletico ha salvato il muro di tre metri e mezzo, poi il secondo muraglione e in un baleno si è trovato di fuori.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero