Pescara, sente che sta per morire e dice alla moglie: «Voglio donare gli occhi». L'ultimo desiderio di Luigi Palomba

Sente che sta per morire e dice alla moglie: «Voglio donare gli occhi». Cornee prelevate
Quando ha capito che la malattia con cui combatteva da un anno e mezzo non gli avrebbe concesso altro tempo non ha esitato e, ancora una volta, ha voluto compiere un gesto di...

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Quando ha capito che la malattia con cui combatteva da un anno e mezzo non gli avrebbe concesso altro tempo non ha esitato e, ancora una volta, ha voluto compiere un gesto di grande generosità, l’ultimo di una vita trascorsa ad aiutare gli altri. Luigi Palomba, 54 anni, si è spento lunedì scorso nell’hospice Bouganville della Asl di Pescara, ma prima di morire ha voluto far dono di tutto ciò che del suo corpo, considerate le condizioni in cui si trovava, poteva servire per ridare la speranza a qualcuno: le cornee.

E così l’equipe di oculisti dell’ospedale del capoluogo adriatico, dopo che è stato accertato il decesso in base ai protocolli vigenti, le ha prelevate e trasferite alla Banca degli occhi dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove resteranno conservate fino a quando giungerà il momento di impiantarle su un paziente compatibile. Una persona, dunque, potrà riacquistare la vista grazie alla generosità di Luigi. Si tratta del primo espianto realizzato nella struttura pescarese che si occupa di cure palliative. A raccontare la storia di un gesto di altruismo fuori dall’ordinario è Monica Maranella, moglie di Luigi. Tutto è iniziato un anno e mezzo fa: Luigi ha iniziato a stare male, e poi la diagnosi: tumore neuroendocrino del pancreas, una malattia estremamente rara.

«Luigi – racconta Monica - era stato in cura a Verona e Ferrara, ma lo scorso settembre è partita la carcinosi peritoneale ed è in quel momento che ha capito che non ce l’avrebbe fatta”. Purtroppo, il tumore originario si era diffuso nella membrava che riveste la cavità addominale, rendendo inutili tutte le cure. “Mio marito, che era un donatore della Fidas (l’associazione dei donatori di sangue, nda), anche in questa circostanza ha voluto pensare ad aiutare gli altri. Purtroppo, le cornee erano gli unici organi che poteva donare, dopo aver fatto chemioterapia, ma lui non ha esitato nel dire che le voleva mettere a disposizione per qualcuno che poteva averne bisogno».

Monica ha ringraziato i medici, la psicologa, gli infermieri, tutto il personale dell’hospice Bouganville. «Persone stupende, speciali – le ha definite – che hanno accompagnato mio marito nel viaggio più difficile di tutta la sua vita, aiutandolo a non soffrire, e ad andarsene con grande dignità». Monica e Luigi hanno due figli; il primo si chiama Luca, ha 24 anni e lavora per una multinazionale petrolifera. Il secondo si chiama Marco, ha 18 anni, e studia elettronica.

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Il Messaggero