Israele, Caterina Scatozza rinuncia al volo per Tel Aviv: così ha evitato il massacro al rave party

Il racconto della 24enne di Pescara: "Se fossi partita non so cosa sarebbe successo"

Era pronta a partire da Pescara per Tel Aviv lo scorso 9 ottobre, sarebbe stata la seconda volta nella metropoli isrealiana, nell’ambito di un importante progetto...

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Era pronta a partire da Pescara per Tel Aviv lo scorso 9 ottobre, sarebbe stata la seconda volta nella metropoli isrealiana, nell’ambito di un importante progetto internazionale ma Caterina Scatozza, giovane Innovation consultant di una società che supporta aziende italiane nell’insediamento all’estero, quel volo ha dovuto cancellarlo subito dopo il massacro del rave party.

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La 24enne pescarese racconta lo scampato pericolo: «Se avessi prenotato la trasferta in una data di poco precedente al 9, non so cosa sarebbe successo e come ne sarei venuta fuori. In Israele dovrei recarmi ogni tre mesi per identificare opportunità di business per l’attuazione di un piano imprenditoriale, mi muovo tra Gerusalemme e Tel Aviv, punti di riferimento dell’innovazione a livello mondiale. I nostri interlocutori, in questa fase, sono il locale ministro per l’Energia, il capo dell’Innovation Authority e le stesse start up. Abbiamo dovuto sostituire le riunioni in presenza con video chiamate. Nella prima, avvenuta qualche giorno fa, abbiamo vissuto a distanza il clima del momento. I meeting venivano più volte interrotti da allarmi bomba, il suono era talmente forte che non consentiva di continuare la riunione, in alcuni casi i partecipanti ci hanno abbandonato per rifugiarsi in luoghi sicuri. Nelle case di donne manager si sentiva il pianto dei bambini che le madri erano rimaste da sole ad accudire dopo la convocazione al fronte dei papà. Tutti, però, ci hanno trasmesso la loro forza, la resilienza e la volontà di tenere insieme i pezzi di una vita il più normale possibile».

 

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Il Messaggero