E' ancora giallo sulla tragedia che ha colpito ieri a Pescara l'Arma dei carabinieri. Ieri mattina, poco dopo le 9, un maresciallo di 45 anni che prestava servizio...
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Oscuri al momento i motivi che hanno portato il carabiniere a compiere il tragico gesto. Non avrebbe lasciato nessun biglietto, nessuna lettera, nulla di nulla. I suoi colleghi del comando provinciale, che si occupano delle indagini, stanno cercando di fare luce e capire se nell'ultimo periodo stesse vivendo qualche situazione particolare che gli ha creato una forte sofferenza, diventata ad un certo punto insopportabile. A livello personale, era divorziato senza figli, però già da un po' aveva una nuova compagna. Al Noe di Pescara prestava servizio come maresciallo superiore da poco più di un anno. All'inizio della carriera era stato al Noe di Treviso, poi dal 2008 a quello di Ancona e finalmente, dopo 20 anni in giro per l’Italia, all'incirca alla fine del 2018 era tornato nella sua città, dai suoi affetti.
Attualmente abitava nel quartiere San Donato. Era contento, stando alle persone che lo conoscevano e con cui aveva lavorato. Lo ricordano con profondo affetto i colleghi del Noe di Ancona con il comandante De Santis. Per cui il suo gesto appare ancora più inaspettato. Anche ieri mattina, era apparso normale, come al solito. Come ogni giorno, aveva preso un caffè con i colleghi e poi si era recato al lavoro. Ma dopo pochissimo, la tragedia. Si è chiuso nel bagno, si è puntato contro la sua pistola di ordinanza e si è sparato. Attoniti e sotto shock i colleghi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero