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«Sono arrivata alla conclusione che Mattia ci sia stato donato per mandare un messaggio di vita, speranza e resilienza, e che per quanto possa far male per il resto dei nostri giorni, ci sia riuscito. Il nostro compito adesso è di diffondere il suo messaggio, dare speranza e coraggio a chi non ne ha». È uno dei pensieri che Roberta Palmieri, la mamma del bambino di 4 anni morto venerdì scorso per una cardiopatia congenita.
«La diagnosi in gravidanza di una cardiopatia così complessa - prosegue lei - ti devasta, avere persone giuste vicino aiuta a rendere il percorso un po’ meno tortuoso. Il mio faro in questo cammino è stato la dottoressa Di Michele, già amica prima, fondamentale per riuscire a destreggiarsi in questo mondo complicato del sistema sanitario. Il mio fantastico ginecologo, che è riuscito sempre ad indicarmi la via giusta, il dottor Visci. Tutto il reparto di Ancona-Torrette, soprattutto quei professionisti che hanno messo sempre prima il loro cuore e poi la loro conoscenza per aiutarci, in particolare il dottor Capestro e la dottoressa Iezzi, immensamente vicini a noi. Grazie anche al reparto di Cardiochirurgia pediatrica di Bologna, la nostra terza famiglia ormai, in particolare al dottor Quarti. E grazie a tutta la rete di professionisti qui sul territorio, sempre disponibili ad ogni colpo di telefono per agevolare il percorso di Mattia, i dottori Lisi, Greco, Soldato, Carinci, Passali. Sicuramente dimenticherò qualcuno».
Quando le cose vanno male si fa presto a buttare fango su tutto, riflette ancora la mamma di Mattia Gabriele Micarone: «La verità - dice - è che noi, nella maggior parte dei casi, abbiamo trovato persone speciali nel nostro cammino, ed è giusto secondo me dare ad ognuno il giusto valore. Ringrazio poi tutta la mia famiglia, mio marito Simone, padre eccezionale e porto sicuro della mia anima. Mio figlio Carlo ancora piccolo, ma enormemente grande. Ringrazio le cardiomamme che hanno reso indelebile ogni giorno in questi anni e tutti i miei più cari amici, che soprattutto in questi giorni di disperazione ci hanno sorretti ed aiutati. Mi piace immaginarlo che sia solo sparito come faceva sempre per andarsi a travestire, probabilmente lo rivedrò vestito da Ironman, o Batman, o Spiderman che adorava. Mattia vivrà per sempre in ogni nostro ricordo».
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