Architetto ucciso al bar, oggi la perizia sulla pistola: si cerca il dna

Architetto ucciso al bar, oggi la perizia sulla pistola: si cerca il dna
Non sarà la pistola fumante, ma certamente uno degli elementi fondamentali su cui ruoterà lo sviluppo delle indagini per l'omicidio di Walter Albi e il ferimento...

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Non sarà la pistola fumante, ma certamente uno degli elementi fondamentali su cui ruoterà lo sviluppo delle indagini per l'omicidio di Walter Albi e il ferimento di Luca Cavallito nell'agguato dello scorso primo agosto al Bar del Parco. Oggi il giudice per le indagini preliminari affiderà al Ris di Roma l'analisi scientifica comparativa sulle tracce biologiche presenti su alcuni oggetti sequestrati nel coeso delle indagini dagli agenti della squadra mobile della Questura di Pescara, coordinati dal dirigente Gianluca Di Frischia. L'incidente probatorio è stato chiesto dall'avvocato Luigi Peluso, difensore di Mimmo Nobile, una delle tre persone che, per il delitto, la Procura di Pescara ha iscritto nel registro degli indagati: con lui sono accusati Renato Mancini e Fabio Iervese. Tutti sono accusati anche della rapina al centro agroalimentare di Cepagatti, compiuta una ventina di giorni prima. Un elemento, più degli altri, salda le due vicende ed è una pistola Beretta 98 FS calibro 9x21, in dotazione alla guardia giurata che stava raccogliendo il denaro all'agroalimentare.

I rapinatori, dopo aver picchiato il vigilante, portarono via sia la busta con i soldi che l'arma, allontanandosi a tutta velocità. Dopo venti giorni la pistola ricompare a Pescara e viene utilizzata per sparare nove colpi contro Walter Albi e Luca Cavallito. Ci sono altri elementi poi, come una moto ritrovata dopo un mese nella zona di San Donato e un casco da motociclista a far parte del tesoretto investigativo sul quale investigatori e magistrati fanno affidamento per avanzare nelle indagini.

Oggi dunque il giudice per le indagini preliminari dovrebbe aprire le porte agli accertamenti dattiloscopici e sul Dna presente sulla parte di pistola recuperata, che il numero di matricola ha consentito di identificare con certezza come quella rubata al vigilante: i risultati, se positivi, potrebbero quindi creare un punto di contatto più solido tra due indagini che fino a questo momento sono andate avanti su strade parallele. Perché dall'altra parte, relativamente alla rapina, i Ris avrebbero compiuto accertamenti analoghi sulla targa di una moto e su un casco, pure sequestrati. Insomma, una sorta di puntellamento esterno per un'indagine su cui ci sono ancora molti elementi su cui ragionare. 

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Il Messaggero