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Sono nuovamente a casa a Pescara i quattro arrestati nell'ambito dell'operazione "Tana delle tigri". Ieri mattina è giunto il provvedimento di scarcerazione che dispone gli arresti domiciliari per l'ex dirigente comunale del settore Lavori pubblici, Fabrizio Trisi, all'imprenditore edile Vincenzo De Leonibus e ai due presunti spacciatori, Vincenzo Ciarelli e Pino Mauro Marcaurelio. Mercoledì scorso, infatti, vi erano stati gli interrogatori di garanzia, a seguito dei quali i legali avevano presentato un'istanza affinché le misure cautelari venissero attenuate. I pm Luca Sciarretta e Anna Benigni avevano già dato parere favorevole già nella giornata di venerdì lasciando immaginare un week end a casa per gli arrestati, ma la decisione è stata formalizzata solo ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari Fabrizio Cingolani, a una settima di distanza dagli arresti.
A motivare la decisione del giudice vi è l'assenza di rischi di inquinamento delle prove. Infatti, Fabrizio Trisi, difeso dall'avvocato Marco Spagnuolo, si era dimesso dall'incarico di dirigente comunale già due giorni prima che i militari della guardia di finanza gli stringessero le manette intorno ai polsi. Per sostituire Trisi e non bloccare i cantieri cittadini è stato nominato ad interim Giuliano Rossi, dirigente del settore Mobilità, edilizia scolastica e verde, che era già stato al vertice del comparto dei Lavori pubblici con la giunta Alessandrini e all'inizio di quella Masci.
Stessa questione per De Leonibus, difeso dagli avvocati Sergio Della Rocca e Augusto La Morgia: una volta finito in carcere, l'imprenditore si è dimesso dal ruolo di amministratore delegato della De Leonibus Costruzioni srl, nominando un sostituto. Quest'ultimo avrebbe dichiarato che l'azienda non intende più occuparsi di appalti pubblici. A determinare la scarcerazione di Ciarelli e Marcaurelio, invece, è stata l'intenzione a collaborare dimostrata durante gli interrogatori. Infatti, mentre Trisi e De Leonibus si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, gli altri due arrestati hanno fornito una propria versione dei fatti. Ciarelli, rappresentato dal legale Roberto Serino, si è dichiarato totalmente estraneo alla vicenda. Al contrario, Marcaurelio, difeso dall'avvocato Gianluigi Amoroso, ha confessato di aver ceduto cocaina a Trisi, seppur a titolo di amicizia, in diverse occasioni.
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