Perdonanza, sfila in silenzio il corteo del dolore

Perdonanza, sfila in silenzio il corteo del dolore
L'AQUILA - Parlano i volti segnati, gli sguardi e perfino le pietre della città ferita. Il corteo della Bolla del Perdono si è trasformato in una sorta di...

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L'AQUILA - Parlano i volti segnati, gli sguardi e perfino le pietre della città ferita. Il corteo della Bolla del Perdono si è trasformato in una sorta di processione silenziosa nel ricordo delle vite spezzate ad Amatrice da quelle stesse pietre indifferenti. Con la mente e con il cuore si torna a quel maledetto 2009, 7 anni non sembrano passati, o forse sono trascorsi invano. La Perdonanza comunque c'è e deve esserci, come fu nel 2009, nella sua essenza, quale simbolo di rinascita e di speranza nel nome della fede. Annullato invece il cartellone degli eventi in segno di lutto. Ad aprire il corteo partito dalla Villa comunale c'è il gonfalone del Comune listato a lutto. I figuranti sono 25: in testa gli ospiti graditi della Giostra cavalleresca di Sulmona, i quarti cittadini e i tre personaggi simbolo del corteo: la Dama della Bolla (Eleonora Ciocca), il Giovin Signore (Ferdinando Carluccio) e la Dama della Croce (Francesca Pancella). Quando sono stati scelti per questo ruolo, con l'orgoglio di essere i testimoni di una città che rinasce, mai avrebbero immaginato di sfilare con il dolore nel cuore. Il corteo sfila in una città semivuota, anche il piazzale di Collemaggio non fa eccezione. Ma al rito di apertura della Porta Santa la gente che ha voluto esserci, nonostante tutto. La parte istituzionale del corteo è limitata ai gonfaloni, listati a lutto, del Comune dell’Aquila, della Regione Abruzzo, con i presidenti della giunta regionale Luciano D’Alfonso e del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, e della Provincia dell’Aquila, con il presidente Antonio De Crescentiis. Presenti, inoltre, il prefetto della provincia dell’Aquila Francesco Alecci e il questore Alfonso Terribile. A chiudere il corteo, il sindaco Massimo Cialente, i rappresentanti di giunta e alcuni consiglieri comunali con il lutto al braccio. Ad attendere le istituzioni davanti alla basilica c'è il vice sindaco della città dell'Aquila, Nicola  Trifuoggi che non ha partecipato alla sfilata. "Ritengo che il comune dell'Aquila sia ben rappresentato dal Gonfalone, dal sindaco e dal presidente presidente del consiglio comunale. Tutto il resto è deprecabile". 


SCOSSA DURANTE L'APERTURA - La porta Santa della Basilica di Collemaggio ai vespri idealmente si è spalancata per Amatrice: le preghiere dei fedeli sono state tutte per le vittime del sisma. Nel silenzio assoluto, dopo i tre colpi di rito, il portale si è aperto e i fedeli hanno cominciato il loro pellegrinaggio di Perdono e misericordia. Ad officiare il rito è stato il Cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo. E proprio durante la liturgia, alle 17.55 è stata avvertita in città una scossa di terremoto (magnitudo 4.4 con epicentro Ascoli Piceno), ma fortunatamente non dai fedeli presenti alla messa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero