Pedina la moglie per gelosia e accoltella il presunto amante: condannato a due anni

Pedina la moglie per gelosia e accoltella il presunto amante: condannato a due anni
Condannato a due anni di reclusione il marito che ha pedinato la moglie che lo tradiva e ha accoltellato l’amante. Al Tribunale di Avezzano, il giudice monocratico, Marianna...

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Condannato a due anni di reclusione il marito che ha pedinato la moglie che lo tradiva e ha accoltellato l’amante. Al Tribunale di Avezzano, il giudice monocratico, Marianna Minotti, ha emesso la sentenza di condanna nei confronti dell’uomo di 49 anni, avezzanese, difeso dagli avvocati Antonio Pascale e Valentina Calvarese, che era accusato di lesioni gravi, maltrattamenti e violazione di domicilio nei confronti della donna e dell’uomo. In Tribunale è stata ricostruita la vicenda, avvenuta a marzo del 2018 a Cerchio. Durante le udienze è stata ricostruita la storia.

L’operaio di 49 anni da tempo sospettava dell’infedeltà di sua moglie e una mattina decise di pedinarla fino all’abitazione del suo amante che si trova a Cerchio. Dopo aver sfondato la porta d’ingresso mise in atto la sua vendetta: armato di coltello, sferrò due fendenti sul corpo del focoso amante e picchiò la consorte. L’uomo ferito ed in preda al terrore riuscì a scappare saltando da una finestra al piano terra dell’abitazione. Per il ferito e la donna fu necessario il ricovero al pronto soccorso. Il 49 enne invece fu arrestato dai carabinieri di Cerchio e portato ai domiciliari. La misura restrittiva fu confermata dal magistrato di turno con l’accusa di lesioni gravi e violazione di domicilio.

La convalida dell’arresto avvenne davanti al Gip del Tribunale di Avezzano dopo qualche giorno e tornò libero. L’uomo durante il processo si è sempre dichiarato innocente e in particolare ha dichiarato: «Sono stato aggredito e nella colluttazione, l’uomo, accidentalmente, si è ferito con il coltello che era in mio possesso». «Il nostro cliente nell’immediatezza, ha cercato di aiutarlo. Non vi è mai stata mai l’intenzione di aggredire o ferire qualcuno- hanno sempre sostenuto gli avvocati- e ciò risulta chiaramente dalla ferita riportata dall’altro uomo e dal fatto che non ha mai tentato di fuggire e ha atteso l’arrivo dei carabinieri».

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Il Messaggero