Palazzo Centi, D'Alfonso verso il proscioglimento

Palazzo Centi, D'Alfonso verso il proscioglimento
Sono in dirittura d'arrivo le indagini della Procura della Repubblica dell'Aquila dell'inchiesta relativa alla gara per il restauro di Palazzo Centi, sede della...

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Sono in dirittura d'arrivo le indagini della Procura della Repubblica dell'Aquila dell'inchiesta relativa alla gara per il restauro di Palazzo Centi, sede della presidenza della Giunta regionale all'Aquila, gravemente danneggiato nel sisma del 6 aprile 2009, il filone principale della maxi inchiesta sugli appalti gestiti dalla Regione Abruzzo. Nonostante ci siano ancora riscontri in corso, secondo quanto si è appreso, appare chiaro il quadro accusatorio. In particolare, il pm Fabio Picuti, che ha sostituito l'ex titolare Antonietta Picardi, trasferita presso

la Procura generale della Corte di Cassazione nel settembre 2017, ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini a tre dei dodici indagati: si tratta dei tre dirigenti regionali che facevano parte della commissione esaminatrice, Giancarlo Misantoni, Roberto Guetti e Silverio Salvi ai quali viene contestato il falso ideologico.

Per gli altri nove indagati, a meno di clamorose novità investigative, si va l'archiviazione la posizione degli altri 9 indagati, in tal senso è sicura l'uscita dall'inchiesta del presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso, eletto senatore alle elezioni del 4 marzo scorso, per il quale, secondo quanto trapelato da fonti del tribunale, dalle carte non sono emersi rilievi penali. Picuti potrebbe chiedere al Gip nelle prossime settimane l'archiviazione. Agli indagati sono state contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di corruzione, turbativa d'asta, falso ideologico e abuso d'ufficio, in sostanza per la Procura ci sarebbe stata un'azione per favorire un'impresa.
La maxi inchiesta è arrivata a 11 filoni e oltre 30 indagati. Il procuratore capo, Michele Renzo, ha affidato i vari filoni ad altri pm. La gara comunitaria che metteva al bando circa 13 milioni di euro è stata vinta dalla Edil Costruzioni Generali di Venafro (Isernia) con un ribasso del 35%, impresa non coinvolta

nell'inchiesta. I lavori sono stati sbloccati dopo che la Procura ha riconsegnato la documentazione sequestrata e dopo il pronunciamento, nei giorni scorsi, della giustizia amministrativa che ha bocciato il ricorso presentato presentato dall'impresa teramana Cingoli Nicola e Figlio Srl. Proprio Ieri è stato firmato il contratto tra la Regione, stazione appaltante, e l'impresa molisana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero