Riorganizzazione della sanità, ecco dove andranno i reparti

Riorganizzazione della sanità, ecco dove andranno i reparti
L'AQUILA - Mentre infuria la querelle sul nuovo manager Asl che succederà a Giancarlo Silveri, il Messaggero è in grado di anticipare la più recente...

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L'AQUILA - Mentre infuria la querelle sul nuovo manager Asl che succederà a Giancarlo Silveri, il Messaggero è in grado di anticipare la più recente ipotesi di riorganizzazione dei servizi sanitari in Abruzzo. Si tratta di una bozza di lavoro su cui già si sono tenuti degli incontri operativi, a Pescara, in questi ultimi giorni. I dettami dei nuovi assetti derivano dal famigerato “decreto Lorenzin” che, tra le altre cose, intende ottimizzare costi e servizi ragionando essenzialmente in termini di bacini d'utenza e sopprimendo i doppioni. In Abruzzo emerge il quadro di un doppio polo: da un lato L'Aquila-Teramo, dall'altro Chieti-Pescara. Da un primo esame della bozza, quest'ultimo sarebbe il solo ad avere i requisiti, forse, per il cosiddetto “ospedale di secondo livello”, ovvero il “super ospedale” che serve un bacino d'utenza maggiore con strutture che sono in grado di affrontare discipline e patologie più complesse. L'Asl aquilana al momento sta “trattando” questi argomenti, di primario interesse per la collettività, senza il direttore generale. E' per questo che da più parti, negli ultimi giorni, è arrivata una sollecitazione ad accorciare i tempi della nomina per entrare nel merito delle questioni, abbandonando quelle appaiono sterili logiche politiche e di potere.


IL DETTAGLIO
La bozza, che ovviamente potrà essere soggetta ad ulteriori aggiustamenti, prevede una riduzione complessiva in regione delle Unità operative complesse (gli ex reparti intesi nel senso più ampio del termine, per cui è previsto un primario, oggi dirigente di Uoc) da 240 a 175. La “sparizione” di alcuni servizi non è dunque automatica: laddove esisteva una Uoc, infatti, è possibile ipotizzare l'istituzione di un'unità operativa semplice (Uos). Ma tanti “parti” non saranno indolori. Per l'ospedale dell'Aquila, ad esempio, sono previste 28 Uoc: Allergologia, Cardiologia e Utic, Malattie Infettive, Medicina generale, Neurologia, Nefrologia (abilitata ai trapianti), Oncologia, Radiologia Oncologica, Chirurgia generale, maxillo-facciale e vascolare, Neurochirurgia, Oculistica, Ortopedia, Urologia, Ostetricia, Pediatria, Neonatologia, Terapia intensiva, Medicina e chirurgia d'accettazione e urgenza, Psichiatria, Anatomia patologica, Radiologia, Neuroradiologia, Direzione sanitaria e di presidio, Farmacia ospedaliera, Laboratorio analisi e Servizio trasfusionale.


Spiccano nel San Salvatore le assenze, tra le altre, di Cardiochirurgia (Teramo e Chieti), Ematologia (Pescara), Malattie endocrine (solo Teramo), Geriatria, Dermatologia (ce ne sarà una sola a Chieti), Gastroenterologia (una a Pescara e una a Vasto), Pneumologia (Teramo e Chieti), Emodialisi (Teramo e Pescara), Terapia del dolore (solo Chieti), Chirurgia pediatrica (resta solo a Pescara), Otorinolaringoiatria (Teramo, Pescara, Chieti e Avezzano), Lungodegenza, Medicina nucleare (solo Chieti). In molti casi sono state rispettate specificità già esistenti (vedi Ematologia a Pescara), ma in altri è stato sancito un “declassamento”. Che potrebbe affatto essere indolore. Per il nuovo manager, come era lecito attendersi, il lavoro sarà subito delicato.
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Il Messaggero