Esche con il sangue della mamma e reti, ma i cuccioli dell'orsa uccisa a fucilate non si trovano

Sono stati avvistati sempre di notte, ma i tentativi di cattura, con diversi strumenti, ad ora, non hanno dato i risultati sperati

Esche con il sangue della mamma e reti, ma i cuccioli dell'orsa uccisa a fucilate non si trovan
Continuano le ricerche degli orsetti orfani di mamma Amarena, uccisa con un colpo di fucile, nel Comune di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, fuori dal...

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Continuano le ricerche degli orsetti orfani di mamma Amarena, uccisa con un colpo di fucile, nel Comune di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, fuori dal perimetro del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Sono stati avvistati sempre di notte, ma i tentativi di cattura, con diversi strumenti, ad ora, non hanno dato i risultati sperati. Nelle ore immediatamente successive al fatto, la zona è stata presa d’assalto da curiosi di ogni tipo, con veri e propri raid lungo le strade del paese e non solo. L’ordinanza del dindaco di San Benedetto dei Marsi, ha introdotti limitazioni alla circolazione e all’inseguimento, ripristinando la situazione. Si lavora da tre giorni nella periferia orientale del Fucino, dove tra coltivazioni, campi di mais, capannoni e la vastità del territorio, non è certo facile trovare due cuccioli di circa 8 mesi, che possono facilmente nascondersi in mezzo alle sterpaglie, le coltivazioni e che sono fortemente spaventati perché hanno perso la mamma.

 

«Data la giovane età dei cuccioli - spiega il direttore del Pnalm Luciano Sammarone - si è deciso di utilizzare delle trappole con all'interno polli e batuffoli sporchi del sangue della povera mamma, i medesimi che si trovavano nella casa dell'uomo che ha sparato a Amarena. Per ora, purtroppo, non hanno dato esito». Ora si tenta con l'uso delle reti. «Questa tecnica - continua Sammarone - però prevede che si riesca a essere molto vicini agli orsetti». La cattura è oltremodo difficile. Si parla di due orsetti che non è possibile catturare coi metodi tradizionali (laccio di Aldrich, trappola a tubo o teleanestesia) «non li si può prendere come se fossero due cuccioli di cane o di gatto», spiega il direttore del Parco. E dunque, è necessario procedere alla loro cattura riducendo al massimo lo stress, per poi poter capire le condizioni di salute generale e decidere il dà farsi. «Stiamo operando secondo i protocolli operativi approvati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, previo parere di Ispra - conclude Sammarone - con cui siamo in continuo raccordo, e abbiamo anche contattato tecnici internazionali, esperti di recupero di cuccioli orfani, con i quali negli anni passati ci siamo confrontati. È sicuramente una corsa contro il tempo e per questo è facile immaginare lo stato d’animo con il quale tutti i guardiaparco, i biologi, i veterinari, i carabinieri e i carabinieri forestali stanno lavorando». I piccoli di orso, secondo il Parco, sono in grado di provvedere da soli al loro nutrimento, mamma Amarena ha insegnato loro i luoghi dove reperire cibo e acqua facilmente, ma potrebbero essere preda per la fauna selvatica, come lupi e orsi maschi, visto che non sono ancora capaci di difendersi.

«È la prima volta che affrontiamo una situazione del genere, non era mai stata uccisa una mamma orsa con i cuccioli nella storia del Parco, esiste un protocollo per il recupero dei piccoli, ma non era mai stato attivato, c'è differenza tra il dire e il fare. L'altro ieri abbiamo avvistato un solo cucciolo, stiamo cercando di capire se sia sempre lo stesso oppure sono i due fratelli divisi», dice ancora Sammarone a quattro giorni dalla morte dell'orsa Amarena, uccisa a colpi di fucile  da un cacciatore, Andrea Leomburni, 56 anni, accusato del reato 544bis del codice penale (uccisione di animali) .

 

Le operazioni di ricerca e recupero dei cuccioli sono però disturbate dall'arrivo in zona di molti curiosi, tanto da avere indotto il sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ad emettere un'ordinanza di divieto di avvicinamento agli orsetti e alle squadre specializzate impegnate nella ricerca. «Le ricerche dei due cuccioli purtroppo, ad oggi, non hanno portato alla cattura - è il commento del sindaco Cerasani -  sono stati dapprima individuati e successivamente, almeno uno dei due, avvistato da alcuni passanti. Ogni giorno che passa diventa sempre più difficile gestire questa situazione emergenziale e individuare i due mammiferi. Invito tutti a continuare a collaborare non intralciando le ricerche, segnalando eventuali avvistamenti, anche nei paesi limitrofi, al 112, c'è ancora speranza». L'invito rivolto a tutti, anche dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, è di «lasciare lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili».

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Il Messaggero