Nove viadotti su 25 non sicuri: bufera sul vertice di “Strada dei Parchi”

Uno dei cantieri per i viadotti dell'autostrada A24
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L'AQUILA - Le immagini impressionanti dei piloni arrugginiti e deteriorati dei viadotti delle autostrade A24 e A25 hanno fatto il giro dell’Italia soprattutto dopo la tragedia del crollo del ponte di Genova, indignando cittadini e fruitori delle due autostrade che dopo il sisma di 11 anni fa si attendevano una situazione più sicura. Uno stato di degrado sul quale la Procura dell’Aquila ed i carabinieri del Comando provinciale hanno voluto indagare. Alla fine è stato richiesto il rinvio a giudizio dei vertici della Holding Toto e Strada dei Parchi detenuta dall’intero gruppo.

Quattro le persone accusate a vario titolo di aver provocato un rischio crollo di 9 su 25 viadotti per il tratto di competenza della stessa Procura: da Tornimparte all’ingresso dei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso. Lunga e complessa l’attività, frutto non soltanto di numerosi sopralluoghi ma soprattutto di consulenze che avrebbero portato a galla gravi inadempienze tanto da mettere a rischio la sicurezza dei trasporti nell’arteria (insieme alla A25) che taglia il cuore del Centro Italia.


Tre, le ipotesi di reato per le quali è stato chiesto il processo. Si comincia con la presunta inadempienza nelle pubbliche forniture, di aver omesso (nonostante fosse uno degli obblighi contrattuali) l’ordinaria manutenzione delle “opere d’arte”, causandone un grave stato di degrado. Altra presunta violazione emersa sarebbe la frode nelle pubbliche forniture, per aver effettuato lavori definiti di straordinaria manutenzione che di fatto mal celavano interventi ordinari omessi.

Qui, secondo la prospettazione dell’accusa, entra in gioco il terremoto di 11 anni fa quando insieme a morti, feriti, e distruzione, il sisma aveva lasciato dietro di sé moltissimi danni, compresi i tratti autostradali sui quali vi era stato un cospicuo stanziamento di fondi proprio in ragione della strategicità dell’arteria di comunicazione. Scosse che avevano provocato il cosiddetto fenomeno dello “scalinamento”, in sostanza della formazione improvvisa di un gradino, scollegato dall’asse stradale alto anche di 10/15 centimetri. Un ostacolo che se impattato da auto in corsa, può avere effetti gravissimi.

Per evitare questo fenomeno la Società Strada dei Parchi è intervenuta progettando e installando appositi strumenti ed ottenendo fondi pubblici per coprire costi che, invece, avrebbe dovuto fornire di suo, perché rientranti nella manutenzione ordinaria. Infine ultima contestazione che abbraccia le due precedenti: quella dell’attentato alla sicurezza dei trasporti, avendo gli indagati a vario titolo proprio in ragione dei presunti inadempimenti provocato il pericolo crollo di 9 dei 25 viadotti finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura dell’Aquila, e dunque della stessa sicurezza stradale. Di qui la decisione dei tecnici del ministero per i Trasporti di ovviare al problema attraverso la riduzione delle carreggiate e delle velocità, non potendo per ovvii motivi chiudere il tratto autostradale con il conseguente isolamento della città. Nella vicenda penale parte offesa è stata individuata nel Ministero dei Trasporti.


Marcello Ianni 

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Il Messaggero