Mamma e ciclista, la campionessa Marta Bastianelli: «Vorrei correre ancora, è la mia vita»

Mamma e ciclista, la campionessa Marta Bastianelli: «Vorrei correre ancora, è la mia vita»
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Marta Bastianelli, teramana di adozione, residente nella frazione di Notaresco, Guardia Vomano, in provinia di Teramo, è nata 34 anni fa a Velletri. E’ tra la ciclista italiana che ha conquistato più vittorie nella categoria elite. Nel 2007 a Stoccarda si è laureata campionessa del mondo, precedendo la superfavorita Marianne Vos. È stata anche campionessa d’Europa su strada, ha trionfato in Gand Wevelgem, al Giro delle Fiandre e in altre classiche internazionali prestigiose. Nel 2021 ha conquistato cinque successi, compresa una tappa al Women’s Tour. Ha partecipato anche alle Olimpiadi di Tokyo, un appuntamento al quale puntava tantissimo. L’atleta portacolori delle Fiamme Azzurre è considerata una grande fuoriclasse non solo come atleta, ma come mamma di Clarissa, 8 anni, nata dopo il matrimonio con l’ex corridore professionista Roberto De Patre, e soprattutto come donna.


Nel 2022 Marta corre con la maglia della Uae su bici Colnago. Nella sua carriera ha vinto praticamente tutto le resta solo una corsa, Strade Bianche, nella quale ha già ottenuto un quarto posto, una corsa che sogna di vincere. La campionessa è partita per la campagna del Nord Europa, «cioè le gare in Belgio - dice - Per me è un obiettivo molto importante, ho già vinto corse prestigiose, ma con la squadra ci teniamo a fare bene. Combinare tutto insieme, carriera sportiva e famiglia, è un bell’impegno e col passare degli anni comincia ad essere più dura, le esigenze della bambina aumentano e fino a qualche mese fa avevo annunciato che avrei appeso la bici al chiodo. La stagione è partita bene e mi dispiace lasciare, anche se mi rendo conto che ho ancora tanto da dare, se dovessi dare retta al mio fisico correrei per tanti anni ancora, ma ci sono impegni che non me lo permettono. Certo, se dovessi avere un altro anno di contratto e chiudere in bellezza sarei contenta e potrei ripensarci. Quest’anno andrò al Tour de France, ma non credo di fare anche il Giro. Poi ci sarà la Vuelta, correre in Spagna è sempre molto bello, sembra quasi di correre in Italia. Dopo tutti questi anni devo ringraziare il mio gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, insieme a loro decideremo la strada futura, mi sento onorata di farne parte dall’età di 18 anni. Un ringraziamento speciale anche alla mia squadra Uae e alla Federazione».


«Quando sono a casa divido il mio tempo libero dalle corse tra Clarissa e la casa, accompagno mia figlia a danza e mi dedico alla cucina, in particolare mi piace molto cucinare i secondi piatti pure per mio marito, che anche se ha smesso di correre segue sempre la dieta da ciclista, mi piace inoltre nei piatti semplici trovare sempre un po’ di gusto. Al momento Clarissa è iscritta a un corso di danza e di piscina, dovrà sceglierlo lei se andare in bici. Da queste parti però non c’è un’area dove poter praticare questo sport in tranquillità, senza i pericoli della strada. Le piste ciclabili per gli allenamenti dei bambini sono pericolose e al momento faccio difficoltà a immaginarla pedalare in strada. Non è sempre detto però che i figli seguano le orme dei genitori». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero