Nomina di Di Biase all'Ersi, tutti prosciolti

Nomina di Di Biase all'Ersi, tutti prosciolti
Archiviate, dal gip del tribunalecdi Teramo Roberto Veneziano, le accuse di abuso di ufficio nei confronti dei cinque indagati nell'ambito del procedimento sulla nomina di...

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Archiviate, dal gip del tribunalecdi Teramo Roberto Veneziano, le accuse di abuso di ufficio nei confronti dei cinque indagati nell'ambito del procedimento sulla nomina di Tommaso Di Biase a direttore generale dell'Ersi, l'ente regionale del servizio idrico, avvenuta nel 2017. Il procedimento, nel quale erano indagati, oltre allo stesso Di

Biase, la ex presidente del consiglio direttivo dell'Ersi, Daniela Valenza, e gli ex componenti del consiglio direttivo
Roberto Di Marco, Ilario Lacchetta e Alfonso Ottaviano, prese le mosse dall'esposto dell'ex dirigente regionale Sebastiana Parlavecchio, che contestava la legittimità della nomina, in virtù del presunto superamento dei limiti di età da parte di Di Biase.

Inoltre, nell'esposto si faceva riferimento alla delibera della giunta regionale che, nel febbraio 2017, ampliò i criteri da seguire per la nomina del direttore generale, consentendo anche a Di Biase - che altrimenti sarebbe stato escluso - di candidarsi per quell'incarico. A giudizio di Parlavecchio ciò dimostrerebbe la volontà degli indagati di favorire la nomina di Di Biase.

Il giudice, in riferimento all'applicazione del requisito riguardante l'età e più in generale all'iter per il conferimento
dell'incarico, sottolinea che «la complessa disciplina normativa in disamina risente di comprensibili incertezze e consolidati contrasti interpretativi... involgendo verso conclusioni che non agevolano la condivisione della tesi secondo cui si sia in presenza di una comprovata e ragionevole violazione di legge». Di conseguenza rileva che «tutte le valutazioni di illegittimità espresse dall'opponente per tratteggiare profili di illiceità penale non possono integrare un ulteriore approfondimento investigativo né possono legittimare un proficuo prosieguo dibattimentale».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero