Chieti, Nicola diventa attore a 93 anni: ciak con Maccio Capatonda

Chieti, Nicola diventa attore a 93 anni: ciak con Maccio Capatonda
Per uno che ha trascorso 93 anni di vita degna della sceneggiatura di un film, essere scritturato per l’ultima pellicola di Maccio Capatonda non deve essere stata una grossa...

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Per uno che ha trascorso 93 anni di vita degna della sceneggiatura di un film, essere scritturato per l’ultima pellicola di Maccio Capatonda non deve essere stata una grossa sorpresa. Ecco perché Nicola Torello, di Chieti, già noto alle cronache per avere conseguito la licenzia media l’anno scorso, a quasi 92 anni, e per aver superato un mese fa l’esame orale per accedere alla quinta classe del liceo pedagogico Gonzaga, ha esordito sul set con disinvoltura, armato del suo immancabile sorriso. Coccolatissimo dai 4 figli e dai 6 nipoti, dopo aver conquistato i professori della scuola media Ortiz e del Gonzaga, nonno Nicola ha incantato anche il regista teatino Marcello Macchia, la protagonista Sabrina Ferilli e la produzione del film Omicidio all’italiana, che si sta girando in questi giorni tra Chieti e Corvara.


Nelle scorse settimane il carrozzone cinematografico aveva invaso il Comune alla ricerca di comparse e attori in erba per ruoli minori, soprattutto anziani spigliati e spiritosi. E chi meglio del nonno teatino dei record poteva incarnare queste caratteristiche? Il suo provino è risultato perfetto per il ruolo richiesto dal copione, grazie ad una memoria di ferro, una simpatia naturale e tanta voglia di raccontarsi. Per contratto, l’attore in erba non può svelare nessun dettaglio sul suo ruolo, ma la famiglia assicura che avrà più spazio di una semplice comparsa e che sarà possibile ammirarlo in azione sul grande schermo. Ora, per qualche tempo, dovrà mettere da parte gli amati libri e la passione per la piscina, dividendosi tra i copioni e la macchina da presa, su un set blindatissimo. Ma c’è da giurare che, finite le riprese, inizierà a guardarsi intorno, in cerca della prossima sfida da vincere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero