Neonato morto, assolta la madre che assunse metadone

Neonato morto, assolta la madre che assunse metadone
Per la vicenda del feto partorito morto erano stati addirittura accusati di omicidio volontario aggravato, poi derubricato in aborto clandestino. La Procura aveva chiesto...

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Per la vicenda del feto partorito morto erano stati addirittura accusati di omicidio volontario aggravato, poi derubricato in aborto clandestino. La Procura aveva chiesto l'archiviazione rispetto all'accusa, dopo che il medico legale, Cristian D'Ovidio aveva accertato che il feto era nato morto, ma dal Gip era arrivata l'ordinanza che impone l'imputazione coatta.


Per la coppia, dopo oltre quattro anni, l'incubo è finito con l'assoluzione perché il fatto non sussiste pronunciata dal giudice Claudia Colangeli del Tribunale di Chieti. Protagonisti della vicenda una ragazza di 30 anni, e il compagno di 37. Per l'accusa lei, a 32 settimane di gestazione, interrompeva illecitamente la gravidanza in quanto assumeva metadone senza alcuna mirata gestione della terapia di disassuefazione e nonostante la presenza continua di perdite di sangue, ometteva di sottoporsi a opportuni controlli, esami diagnostici e terapie, sino alla morte del feto è all'aborto spontaneo. Sempre secondo l'accusa il convivente ometteva di attivarsi per indurre le donna a sottoporsi a visite ginecologiche ovvero per procurarle assistenza sanitaria necessaria a monitorare la crescita del feto.


Nella sua difesa l'avvocato Stefano Azzariti, che ha depositato la consulenza del dottor Mario Di Paolo, ha sottolineato che droga e metadone non avevano provocato la morte del feto e che anche eventuali controlli non avrebbero scongiurato l'evento perché acuto e imprevedibile. Anche il pubblico ministero Roberta Capanna aveva chiesto l'assoluzione.

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Il Messaggero