PESCARA - I Carabinieri del NAS di Pescara, coadiuvati dal personale dei servizi veterinari delle ASL, hanno eseguito in tutto l’Abruzzo mirati controlli negli...
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In Provincia dell’Aquila sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria i due responsabili di un allevamento di bovini, poiché ritenuti autori del reato di maltrattamento nei confronti di 12 manze e 12 vitelli. Gli animali venivano allevati in stalle invase da uno spesso strato di feci solide e liquide ed in assenza di spazi asciutti per il riposo, tanto da sacrificarne la mobilità. I capi bovini sono stati sottoposti a sequestro penale e per i responsabili, oltre alla denuncia, è scattato il provvedimento di immediata rimozione delle deiezioni.
In Provincia di Teramo sono stati ispezionati 4 allevamenti di bovini da latte. I militari si sono imbattuti in locali di deposito del latte crudo tenuti in pessime condizioni igienico-sanitarie, per presenza di muffe, infiltrazioni, umidità, ragnatele. Aree per lo stoccaggio dei mangimi prive dei requisiti d’igiene, richiesti dalla normativa di settore, stante l’assenza di barriere contro le possibili contaminazioni crociate e strutture fatiscenti. Stalle in condizioni strutturali tali da non garantire il benessere degli animali, per la presenza di lamiere con spigoli vivi, pedane in legno usurate e scheggiate, reti metalliche.
Su tutto il territorio regionale sono stati controllati, nel complesso, 24 allevamenti ove sono stati effettuati prelievi di campioni di latte crudo vaccino e mangime ad uso zootecnico per indagini analitiche affidate all’Istituto Zooprofilattico di Pescara. Sono state vincolate sanitariamente strutture ed attrezzature per un valore complessivo di circa 2.500.000,00 euro. Il valore dei capi bovini sequestrati e vincolati si aggira intorno ai 300.000 euro. Vincolati circa 220 q.li di mangime per uso zootecnico per un valore di circa 150.000 euro. Effettuati una trentina fra campioni di latte crudo e campioni di mangime zootecnico. Contestate violazioni amministrative per oltre 30.000,00 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero