Motociclista morto contro la catena, striscioni e palloncini bianchi all'addio

Motociclista morto contro la catena, striscioni e palloncini bianchi all'addio
Palloncini bianchi, fumogeni e striscioni: la chiesa di Sant’Agnese a Pineto era stracolma, con più di 1.500 persone accorse all’ultimo saluto al 25enne Damiano...

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Palloncini bianchi, fumogeni e striscioni: la chiesa di Sant’Agnese a Pineto era stracolma, con più di 1.500 persone accorse all’ultimo saluto al 25enne Damiano Bufo, morto urtando una catena mentre faceva motocross nelle campagne di Bisenti. La bara bianca era posizionata vicino al cero pasquale. Strazio per Damiano, fabbro di professione e originario di Castiglione Messer Raimondo. Il giovane viveva da alcuni anni a Pineto, in un appartamento, proprio vicino alla chiesa dove si sono tenuti i funerali, officiati dal parroco di Castiglione, don Michele Cocomazzi. Alla cerimonia hanno partecipato tantissimi abitanti della Val Fino che si sono stretti in un abbraccio alla famiglia: il padre Gabriele, la madre Carla e il fratello Gregory.

La tragedia è avvenuta domenica scorsa, quando il 25enne era uscito con un gruppo di amici per trascorrere una giornata nella natura facendo motocross: su un sentiero ha trovato una catena tra due alberi che lo ha ucciso. Tre persone - la moglie e i due figli del proprietario del terreno deceduto qualche mese fa - sono indagate per omicidio colposo.

Bisenti e Castiglione Messer Raimondo hanno dichiarato il lutto cittadino. Il sindaco di Castiglione, Vincenzo D’Ercole, afferma: «La nostra comunità è sconvolta. Insieme al comune di Bisenti abbiamo dichiarato il lutto cittadino dalle 9 alle 14. È stata una tragedia che ci lascia senza parole. Un caso del destino, secondo me nessuno poteva sapere della catena e prevedere quello che sarebbe successo. Restiamo attoniti». Uno dei presenti al funerale dice: « Damiano era calmo, solare e gran lavoratore». Una donna lì vicino aggiunge: «Era un giovane che parlava con tutti: anziani, grandi e bambini». Una sua coetanea aggiunge: «Per come si è interrotta prematuramente la sua vita, noi amici vogliamo giustizia». Nell’omelia, don Michele ha ricordato la spensieratezza di Damiano e la serietà con cui svolgeva il suo lavoro questo figlio della Val Fino morto in modo così tragico.
 

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Il Messaggero