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Alla fine dello scorso mese di maggio la sua storia destò ammirazione. A cento anni guarita da una frattura di femore e soprattutto dal coronavirus contratto nel reparto di ortopedia, all’epoca tra i principali centri di contagio del Covid-19. Due mesi e mezzo di lotta solitaria e alla fine Italina Di Gregorio tornò a casa, a Pescara. Tre settimane fa, il 9 novembre, un nuovo traguardo con la candelina numero 101 e ieri, improvvisamente, l’addio a una vita lunga e colma di affetto, a partire da quello dell’amata figlia Nicoletta, conosciuta poetessa ed editrice.
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Una donna simbolo, Italina, minuta, attenta al prossimo, lucidissima fino all’ultimo, curiosa e interessata alle cose della vita. Originaria di Civitaquana, aveva lavorato come maestra di casa della baronessa Casamarte. A novembre dell’anno scorso, in Comune, fu festeggiata in occasione del compleanno numero cento. «Durante la guerra - raccontò in quell’occasione - i miei genitori mi insegnarono a non far mai andare via a mani vuote chiunque chiedesse aiuto, nella vita ho sempre cercato di donare». I funerali oggi alle 11 alla chiesa del Rosario in via Cavour.
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