Giovane ucciso, il killer accusato da ex moglie e figlia

Giovane ucciso, il killer accusato da ex moglie e figlia
PESCARA - Oltre al superteste, che la sera dell'omicidio di Antonio Bevilacqua era in compagnia di Massimo Fantauzzi (tutt'ora ricercato) all'interno del ristopub...

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PESCARA - Oltre al superteste, che la sera dell'omicidio di Antonio Bevilacqua era in compagnia di Massimo Fantauzzi (tutt'ora ricercato) all'interno del ristopub Birrami di Montesilvano poco prima del feroce regolamento di conti, ad incastrare Fantauzzi come responsabile del delitto (e a carico del quale è stata disposta una misura cautelare in carcere con l'accusa di omicidio con recidiva) ci sarebbero anche la sua ex convivente e la stessa figlia, entrambe sentite dai carabinieri.


L'ACCUSA DAL VIDEO
Dalle immagini delle videocamere interne al locale, la ex compagna ha riconosciuto Massimo Fantauzzi quale responsabile della fucilata mortale sul viso di Bevilacqua. E avrebbe aggiunto che il killer sarebbe ancora in possesso di un fucile, mostrato mesi prima anche alla figlia. Quest'ultima ha poi confermato la circostanza ai carabinieri, aggiungendo che il 16 settembre scorso la madre aveva riconosciuto con certezza Fantauzzi in un video girato all'interno del pub che un'amica aveva inviato sul telefonino alla ragazza. Non solo: la figlia di Fantauzzi avrebbe anche aggiunto che la sera successiva al delitto, all'interno di un locale, era stata avvicinata da un rom che era alla ricerca del padre di lei in quanto autore del delitto. Circostanza che conferma come il nome di Fantauzzi, quale responsabile dell'uccisione di Bevilacqua, era diventata da subito di dominio pubblico, tanto che le famiglie rom avevano sguinzagliato tutti per arrivare a trovare il presunto omicida prima delle forze dell'ordine.

IL SUPERTESTE
Quanto al superteste, individuato nelle registrazioni delle telecamere del pub e del circondario in quanto vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, peraltro anni fa sotto processo in Corte d'assise per omicidio, la sua posizione risulta essere al limite. Nel senso che il suo status di teste, invece che di coindagato, potrebbe essere al momento una scelta investigativa in quanto le sue dichiarazioni da teste sono molto più importanti ai fini processuali. L'uomo è stato sentito due volte dai carabinieri, la seconda in presenza del suo legale benché non sia indagato. La prima, il 16 settembre, quando avvenne il delitto nel pub, fornì una ricostruzione dei fatti più blanda, diciamo così, e meno particolareggiata della seconda volta, e cioè all'interrogatorio del 18 settembre. Disse di aver passato il pomeriggio con Fantauzzi e di essersi recato con lui al pub. L'indagato si era fermato fuori del locale mentre il teste era entrato ed era stato avvicinato da Bevilacqua che non gradiva la presenza di Fantauzzi. Lo stesso aveva detto un loro amico comune, lamentando il mancato rispetto, da parte di Fantauzzi, di un impegno non meglio precisato. Il teste avrebbe quindi cercato di portar via Fantauzzi per evitare discussioni, ma senza riuscirvi. Fantauzzi sarebbe stato quindi apostrofato dalla vittima con frasi offensive del tipo Vattene infame. Così il teste, per evitare il peggio, portò via Fantauzzi e lo accompagnò a casa visibilmente adirato, tanto che avrebbe anche inveito con frasi minacciose all'indirizzo di Bevilacqua. Ma poco dopo, mentre tornava di nuovo al locale, il teste venne superato da una moto rossa con in sella Fantauzzi. Il teste fornì ai militari anche la descrizione dell'abbigliamento dell'amico che corrispondeva perfettamente alle riprese filmate. Elementi sufficienti al gip Sarandrea per emettere l'ordinanza cautelare.

RISTOPUB CHIUSO 2 MESI

Intanto il questore Misiti, su segnalazione dei carabinieri, ha disposto la chiusura sia del pub Birrami, sia del contiguo Serenagames, una sala slot e videogames a Montesilvano. Provvedimento non legato solo agli ultimi accadimenti, ma alla documentata presenza nei due locali di avventori gravati da precedenti di polizia e vicende giudiziarie e dunque per i militari luoghi di aggregazione di soggetti devianti la cui concomitante e frequente presenza è in grado di determinare un allarme sociale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero