Pescara, guida il monopattino al telefono e investe ragazza incinta di otto mesi. Lei ferita, bimba salva

All'ottavo mese di gravidanza, mentre camminava lungo la riviera nord, è stata letteralmente travolta da un monopattino elettrico, guidato da un ragazzo, tutto intento...

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All'ottavo mese di gravidanza, mentre camminava lungo la riviera nord, è stata letteralmente travolta da un monopattino elettrico, guidato da un ragazzo, tutto intento a parlare al telefonino. A causa dell'incidente, avvenuto a Pescara, Laura è stata in ospedale per una settimana, da sola, non potendo ricevere per via dell'emergenza Covid visite, e con il terrore costante di poter perdere la bambina, la sua prima figlia, che per fortuna non ha riportato conseguenze. Dopo la bruttissima esperienza, che l'ha costretta nel suo stato fra l'altro a portare un tutore al ginocchio per 20 giorni, ora Laura vuole pensare solo all'imminente nascita della piccola che avverrà tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre.

 

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A raccontare tutto quello che ha passato è il padre Sergio. «L'incidente – dice ancora scosso - è accaduto un mese e mezzo fa circa, all'altezza dello stabilimento dei carabinieri. Mentre stava camminando sul marciapiede, mia figlia ha sentito una persona che diceva "attento" e proprio nel momento esatto in cui ha provato a girarsi è stata travolta da un monopattino elettrico, guidato da un giovane che parlava al telefono. Dietro di lui, c'era un amico. Ed è stato proprio l'amico, quando si è accorto che stava andando addosso a mia figlia, a gridargli ''attento”. Ma non ha fatto in tempo. Tutti e due i ragazzi, come se nulla fosse, sfrecciavano con il monopattino sul marciapiede, nonostante la vicina pista ciclabile. Laura – sottolinea Sergio - è stata presa per una spalla ed è caduta a terra mentre il mezzo è schizzato dall'altra parte. Ha riportato problemi oltre che alla spalla, allo zigomo e al ginocchio. Per non parlare della paura, considerando lo stato avanzato della gravidanza. Io ho saputo dell'incidente subito, qualche minuto dopo. Come l'ho chiamata perché avevo bisogno di chiederle una cosa, mi ha detto che era stata appena investita ed era a terra. Mentre la stavo raggiungendo in macchina, ho incrociato l'ambulanza, che la stava portando in ospedale, in cui è rimasta per una settimana, sottoponendosi a monitoraggi continui per verificare che il feto non avesse riportato problemi. E per fortuna così è stato. Tanta, in quei lunghi giorni, la preoccupazione. Fra l'altro, Laura ha dovuto sopportare tutto questo da sola. Noi familiari la potevamo solo sentire per telefono, non potendo ricevere visite durante il ricovero. Un incubo che per fortuna è finito. Adesso siamo tutti presi dalla nascita della bambina, che non vediamo l'ora di conoscere».

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Il Messaggero