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Sul caso di sequestro di persona a scopo di rapina, e minacce con un machete e un cane pitbull, arrestato (ai domiciliari) il terzo carceriere. Si tratta di G.C. di 38 anni dell'Aquila, assistito dall'avvocato Alessandro Rosa. L'uomo, accusato a vario titolo anche di danneggiamento e prelievo non autorizzato con carte di debito, si era reso irreperibile ai carabinieri i quali hanno già arrestato (sempre ai domiciliari) con le accuse altri due persone.
Tutto ha inizio a settembre scorso quando un giovane pakistano, operaio edile, dopo la conoscenza con un'indagata, ha ricevuto dalla stessa la proposta di una prestazione sessuale a pagamento che si sarebbe consumata il giorno successivo nell'abitazione della ragazza. Con la scusa di ordinare due caffè, la donna ha in realtà fatto arrivare due complici, i quali hanno immobilizzato il pakistano, sottoponendolo a minacce e percosse. Dopo averlo privato dei documenti e distrutto il suo cellulare per impedirgli di chiedere soccorsi, gli è stato sottratto il denaro contante e una carta bancomat, facendosi rivelare il codice pin, utilizzando violenza e minaccia con un machete e un cane di razza pitbull «pronto a sbranarlo» in caso di rifiuto.
Mentre uno degli arrestati è rimasto a guardia del malcapitato, minacciato di «essere portato in un ristorante a Coppito per essere messo su una graticola e cucinato», l'altro indagato e la donna hanno prelevato più denaro possibile da diversi sportelli bancomat della città, raggiungendo la cifra di mille euro circa. Nel corso della nottata, il giovane sequestrato, è riuscito a fuggire in strada chiedendo aiuto e richiamando così l'attenzione di alcuni vicini, che hanno allertato il 112 mentre il terzetto è fuggito.
Il Messaggero