Femminicidio, Mihaela non è riuscita a difendersi dalle coltellate

Femminicidio, Mihaela non è riuscita a difendersi dalle coltellate
Non si sarebbe potuta salvare perché di quei due fendenti che Cristian Daravoinea le ha sferrato con il coltello trovato lì in cucina, a poca distanza da loro,...

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Non si sarebbe potuta salvare perché di quei due fendenti che Cristian Daravoinea le ha sferrato con il coltello trovato lì in cucina, a poca distanza da loro, quello letale l’ha colpita al cuore e le ha bucato la vena aorta. Ci sono voluti pochi minuti, carichi di tutta la rabbia di un uomo che aveva riposto nella sua compagna la fiducia di tanti anni di sacrifici economici, per uccidere Mihaela Roua, l’operaia romena 32enne vittima dell’ennesimo tragico femminicidio avvenuto a Nereto. Dall’autopsia, che è stata eseguita ieri mattina dall’anatomopatologo dell’Università di Foggia Luigi Cipolloni, è emerso che la coltellata a sinistra è stata quella mortale. L’altra Cristian l’ha indirizzata sul lato destro, ma è stata deviata dalle costole. Sotto un’ascella della vittima sono stati ritrovati due piccoli segni, al momento esclusi dall’aggressione.


Mihaela l’altro giorno non ha avuto il tempo di potersi difendere dal compagno. Tutto si sarebbe svolto nella cucina di casa dove i due stavano pranzano così come lo stesso omicida ha raccontato sia la notte del fermo, quando è stato interrogato dal pubblico ministero Davide Rosati, sia al gip Roberto Veneziano in fase di convalida. Sul corpo della povera Mihaela, infatti, non ci sono segni di difesa. Per risalire, adesso, all’esatta ora della morte saranno necessari ulteriori esami di laboratorio che permetteranno anche di comprendere in quanto tempo è deceduta. Perché l’ipotesi è che il decesso non sia stato immediato e dopo quella coltellata al cuore che ha raggiunto la vena aorta la giovane mamma possa aver avuto un conseguente shock emorragico o piuttosto un dissanguamento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero