Coronavirus, migranti in fuga dal centro di accoglienza: ripresi dalla Polizia

Coronavirus, migranti in fuga dal centro di accoglienza: ripresi dalla Polizia
Quanta strada abbiano fatto, chi abbiano incontrato e con chi siano entrati in contatto, non è dato sapere, ma di certo tre dei dodici migranti ospitati nel centro di...

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Quanta strada abbiano fatto, chi abbiano incontrato e con chi siano entrati in contatto, non è dato sapere, ma di certo tre dei dodici migranti ospitati nel centro di accoglienza di Ponte d’Arce, ieri, hanno aggirato gli stretti controlli e i pattugliamenti delle forze dell’ordine arrivate a Pettorano sul Gizio anche con un reparto della mobile da Roma. Mentre i “celerini” controllavano che non ci fossero scontri e tensioni durante il presidio-manifestazione organizzato dalla Lega, di fatto, i migranti si davano alla fuga tra i boschi, uscendo dal retro dell’ex ristorante che li ospita; dove,

invece, dovrebbero stare in quarantena sanitaria obbligatoria, soprattutto dopo che otto di loro (su un totale di dodici) sono stati trovati positivi al Covid.

I tre sono stati recuperati nel tardo pomeriggio dalla polizia, che li ha condotti all’ospedale Annunziata prima di riportarli a Ponte d’Arce. Per loro potrebbe scattare ora una denuncia penale. Una notizia che ha riacceso gli animi, ieri, dopo le parziali rassicurazioni arrivate dai tamponi eseguiti sui cinque dipendenti della cooperativa che gestisce i centri di accoglienza, due dei quali (per gli altri bisognerà ancora aspettare l’esito) sono risultati negativi.

La fuga, o tentata fuga, dei richiedenti asilo, dà così man forte alla protesta della Lega e alle preoccupazioni dei

cittadini che ieri hanno partecipato alla manifestazione chiedendo il blocco dei trasferimenti nei centri di accoglienza e tamponi preventivi su tutti gli eventuali nuovi arrivi. «Siamo un territorio rimasto indenne dal virus - lamentano i residenti - è una follia ora importare immigrati malati di Covid che oltretutto sfuggono ai controlli». A margine anche la polemica politica, con il sindaco di Pettorano sul Gizio, Pasquale Franciosa, che ha accusato il centrodestra regionale, «per cui ho votato alle elezioni» ha detto, per non aver espresso solidarietà e vicinanza a lui e ai pettoranesi che stanno subendo questa vicenda. Una lamentela, seguita da un «tolgo il disturbo», a cui ha risposto a stretto giro il presidente Marco Marsilio, tra i destinatari della lettera di Franciosa. «Non possiamo impedire come Regione l’accesso dei migranti - spiega il presidente al sindaco - solo domani (oggi, ndr) è prevista un riunione dal prefetto, nella quale verrà chiesta alla Regione la disponibilità di strutture adeguate ad accogliere migranti da porre in quarantena».

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Il Messaggero