L’altra notte il ricovero d’urgenza in ospedale: una semplice colica renale che ha però dato argomenti a chi sostiene che il trasferimento di migranti,...
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L’attesa, ora, è anche e soprattutto per i cinque dipendenti della cooperativa che gestisce i due centri di accoglienza e che fino a sabato, seppur con le dovute precauzioni, hanno assistito i migranti di Ponte d’Arce. L’esito del tampone doveva arrivare ieri, ma si conoscerà probabilmente solo oggi: solo all’esito di questi tamponi si potrà capire se il rischio di un focolaio è stato davvero arginato alla struttura di accoglienza. Intanto cresce la protesta nella cittadinanza e soprattutto tra i residenti delle frazioni di Pettorano sul Gizio che oggi aderiranno alla manifestazione-presidio convocato dalla Lega (ore 17,30) davanti all’ex ristorante trasformato in centro di accoglienza.
«Non è una questione razziale - spiegano i residenti - pretendiamo però che i migranti che vengono trasferiti nelle strutture del territorio vengano sottoposti prima al tampone o in alternativa di bloccare nuovi afflussi fino a fine dell’emergenza». «Protestiamo anche per garantire la salute degli stessi migranti - sostiene Alberto Di Giandomenico, portavoce della Lega - e chiediamo che vengano trasferiti in una struttura dove possono essere tenuti sotto controllo, perché il rischio che possano uscire e violare la quarantena non così remoto». Ponte d’Arce, in realtà, continua ad essere presidiato ventiquattro ore su ventiquattro dalle forze dell’ordine e così sarà almeno fino a domani, quando ci sarà una riunione in prefettura per capire come muoversi, presumibilmente all’esito dei secondi tamponi che dovrebbero essere effettuati nei prossimi giorni.
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Il Messaggero